Con quale legittimità e quali garanzie di tutela si pratica compravendita di animali su giornali e sul Web? Se già ci si augurerebbe l'abolizione dei commerci di creature vive nei negozi, dove comunque l'esercente, in teoria, è sottoposto a controlli sanitari e fiscali, gli annunci su carta e online pongono cani, catti, cavalli, iguane, criceti, pappagalli, pitoni, furetti in una pericolosa terra di nessuno.
Un animale non è un'automobile usata, né una lavatrice. Il suo passaggio di proprietà, che sia esotico o nostrano, richiede certificazioni. Porre in vendita cucciolate o adulti di ogni specie attraverso annunci significa sfuggire al fisco, alle asl, alla documentazione necessaria.
Inoltre, alcuni mercatini incoraggiano inquietanti anomalie.
Su Porta Portese, noto giornale romano di inserzioni, da tempo appaiono annunci che non trovano riscontri confortanti nella logica: "Cani e gatti di qualsiasi razza cercasi, anche meticci, ritiro gratuito a domicilio", "Cani di piccola taglia in regalo, grazie", "Gatti non sterilizzati cerco, maschi e femmine". Di volta in volta variano i numeri di cellulare, se si prova a chiamare chiedendo qualche spiegazione sulla destinazione degli animali il telefono viene riattaccato in faccia.
Cosa dovranno fare queste persone con tutti questi animali, in un momento in cui i rifugi traboccano - e quelli seri praticano adozioni il più possibile controllate? E' normale che si formulino anche le ipotesi peggiori, dai commerci di carni e pelli a lotte e sperimentazione.
In ogni caso, riguardo gli animali, gli annunci pubblici dovrebbero essere consentiti esclusivamente per creare una rete di solidarietà, scambiare informazioni, oggetti utili, favorire le pratiche di adozione.