C'è chi, come il Comune di Venezia, ha deciso di vietare i botti di Capodanno perché sono generalmente pericolosi. Aggiungendosi ai no, la città di Torino ha precisato che spaventano e nuocciono agli animali. Anche Bari ha adottato il provvedimento e si spera che questi esempi illuminati trovino moltissimi imitatori e facciano scuola. Ma giù Bergamo, Albenga e in totale 830 comuni italiani si sono opposti al molesto, pericolosissimo fracasso dell'ultimo dell'anno con severi decreti salvavita.
Tra l'altro, le nostre stupende città e cittadine non hanno bisogno di risuonare di colpi di guerra come paesini di frontiera sottosviluppati. Abbiamo la fortuna di poter festeggiare l'anno nuovo in luoghi ancora molto privilegiati.
Tuttavia, se ogni anno si verificano immancabili e gravi incidenti fra le persone, è impossibile calcolare i danni arrecati da petardi e fuochi di sorta alle altre specie, dai volatili ai mammiferi, per tacere della biodiversità più minuta e tanto poco presa in considerazione quanto preziosa.
A causa dei botti un'infinità di animali perde l'orientamento; troppi muoiono per le reazioni inconsulte indotte dallo spavento - non sono affatto rari i casi di cani e gatti che si lanciano dalla finestra o finiscono sotto automobili - o persino per infarto o altre patologie da stress. Non parliamo, naturalmente, di quelli che vengono direttamente colpiti dagli esplosivi o dalle scintille, con immaginabili conseguenze.
Tra l'altro, per i botti si spreca una pazzesca quantità di denaro che di questi tempi potrebbe essere investita in cose molto migliori: se non per forza utili, più divertenti e sicure.