Sette mesi: è la conferma della condanna inflitta in appello a un cacciatore e bracconiere di Borzonasca, in provincia di Genova, che si accaniva sui lupi. Hano espresso contentezza le associazioni animaliste e in particolare la Lav, il cui esperto anti-venatorio Massimo Vitturi che aveva seguito la vicenda fin dall'inizio ha aggiunto: "Ora chiediamo alla Questura di Genova di intervenire con urgenza per revocare definitivamente la licenza del cacciatore Mauro Gatto. Una richiesta di buon senso che ci aspettiamo sia subito sottoscritta anche dalle associazioni venatorie."
La sentenza in primo grado confermata dalla condanna dei giorni scorsi si era basata su una perizia effettuata dall'Ispra destinata forse ad aprire nuove frontiere in procedimenti di questo tipo. Come trofeo infatti il cacciatore inanellava i denti delle sue vittime in una sinistra collana. I tecnici poterono stabilire che si trattava dei resti di sei lupi diversi, maschi e femmine. Solo quelli di due esemplari, tuttavia, uccisi proprio a Borzonasca nel 2007, furono fatali al bracconiere, poiché il Dna degli animali era stato prelevato e custodito in laboratorio.
Soddisfazione per il procedimento concluso e la condanna, senz'altro: tuttavia per questi orribili reati ci si auspicano pene più severe e soprattutto sanzioni amministrative esemplari. La multa spaventosa talvolta scoraggia più della fedina penale sporca, benché non debba essere una semplice alternativa.