E' vero che per molti animali in difficoltà, proprio come per le persone, l'arrivo improvviso del gelo può essere drammatico e anche mortale. Ma dobbiamo tenere a mente che per le altre specie, in linea di massima, la maggior calamità è rappresentata proprio dalla nostra presenza.
Gli animali selvatici infatti sono preparati a adattarsi ai rigori del clima, se non fosse che vi arrivano sempre più spompati e decimati dalle sanguinose stagioni venatorie, dagli assalti dell'inquinamento e delle cementificazioni, dai mutamenti delle stagioni e degli habitat causati dal nostro agire scellerato.
Al contrario, cani, gatti, cavalli, animali orrendamente definiti "da reddito" e altre specie domestiche, dipendono da noi. I più fortunati vivono la neve come una festa. Invece, per gli ospiti della maggior parte di canili e rifugi, non riscaldati e nell'impossibilità di muoversi, il grande freddo può condurre a sofferenze e crudeli selezioni. Analogo ragionamento vale per il caldo.
Queste repentine variazioni della temperatura, che ad agosto e settembre ci hanno portati a vivere in condizioni soffocanti e a distanza di cinque mesi coprono di neve il sud della nostra Penisola, dovrebbero servire da spunto per qualche riflessione.
Di qui in avanti, nella migliore delle ipotesi, il clima ci regalerà sorprese. Adottiamo animali, non incoraggiamo la nascita di nuovi esemplari, cerchiamo di fare in modo che le strutture esistenti si svuotino.