86 fra morti e feriti. E' stato presentato il 2 febbraio scorso a Roma il dossier dell'Associazione Vittime della Caccia, che ogni anno fa il punto sul sangue umano sparso dall'attività venatoria. Oltre a sterminare milioni di animali e a impiombare qualche praticante, nella stagione 2011-2012 le armi da fuoco dei cacciatori hanno al solito colpito passanti, bambini, persone del tutto estranee al loro stupido e violento passatempo.
Segue il comunicato.
Sarà la crisi, sarà che le associazioni ambientaliste e animaliste di calendari venatori ne hanno impugnati parecchi in questa stagione appena conclusa, con conseguenti perdite di giorni di caccia disponibili, fatto sta che qualcuno si è salvato proprio per una riduzione delle giornate.
Non fa testo la Sardegna: è stata la regione con il più alto numero di vittime, ben 15 e forse al raggiungimento di questo inquietante primato non è estranea la decisione di consentire l'uso del fucile ad anima rigata, che richiede distanze di sicurezza ben maggiori di quelle che troppo spesso sono soliti osservare i cacciatori.
Questi dati sono contenuti nel "Dossier vittime della caccia" che l'ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA ha presentato il 3 febbraio a Roma, documentando la raccolta dei casi intercettati sulla stampa e producendo contestualmente una serie di focus che fanno riflettere.
Nell'annuale accurato resoconto emergono alcuni preoccupanti dati a conferma di quanto già precedentemente riscontrato: la fascia di età dei cacciatori coinvolti in incidenti con vittime più consistente è quella oltre i sessanta anni; permane il coinvolgimento di minorenni da parte di chi pratica l'attività venatoria, dilatando ulteriormente gli elementi di rischio per ragazzini innocenti.
Non di meno preoccupa la frequenza di tragici eventi al di fuori delle battute: in casa per imperizia nel maneggiare armi cariche, per eccessi di ira e violenza contro familiari o vicini, spesso donne.
Ancora una volta emerge drammaticamente il problema sicurezza e, non di meno, l'allarme sociale diffuso che la "gente comune" sempre più insistentemente denuncia lamentando un significativo danno alla qualità della propria vita e quella dei loro animali d'affezione , per i quali i numeri non contano, sono massacrati sempre. D.C., Associazione Vittime della caccia.
SU www.vittimedellacaccia.org è disponibile il dossier in formato pdf