Nel Gennaio 2011 lanciamo la campagna per il dissequestro di Rocket, una cavalla di cinque anni rinchiusa in isolamento dentro un box a causa di un'ordinanza di sequestro sanitario emessa dal Comune di Poli, dove risiede la famiglia delle sue proprietarie. 
 La richiesta di sequestro ha origine dalla ASL di Tivoli, i cui veterinari il 12 giugno 2010 effettuano su Rocket il normale prelievo per il test di Coggins, che ha scadenza annua; obbligatorio per prevenire la diffusione dell'anemia infettiva equina. 
  I risultati del laboratorio Izs di Roma danno Rocket positiva al test di pre-screening ELISA, ma negativa a entrambi i test AGID/Coggins, che sono quelli riconosciuti dal protocollo ufficiale e dal manuale dell'OIE.
  Comunque, la ASL richiede l'isolamento cautelativo (se presente, l'anemia infettiva equina si trasmette da cavallo infetto ad altri soprattutto attraverso eventuali punture di insetti). 
  Il 13 luglio si effettua un secondo prelievo. Il pre-screening ELISA questa volta è dubbio, mentre gli AGID/Coggins rimangono rigorosamente negativi. A questi, la ASL aggiunge un test chiamato IMMUNOBLOTTING, assente da qualsiasi protocollo ufficiale, che risulta positivo. Così, Rocket è stata posta definitivamente sotto sequestro sanitario e chiusa nel suo box.



 La battaglia per la liberazione di Rocket prosegue per tutto il 2012, seguita da vicino anche dalla IHP-Italian Horse Protection e pure dall'ENPA-Ente Nazionale Protezione Animali. 
 Nel frattempo, con Decreto 14 aprile 2011 del Ministero della Salute (GU n. 172 del 26-7-2011), il Centro di riferimento per l'anemia infettiva degli equini (CRAIE) è stato trasferito presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Abruzzo e Molise a Teramo, che in seguito si pronuncia sul caso Rocket giudicando dubbi la procedura e i suoi esiti.
 Noi comunque continuamo a chiedere quale sia il senso di imporre ancora questi test costosi per le amministrazioni e i proprietari, dall'applicazione evidentemente arbitraria e dagli esiti dubbi, ai soli cavalli da sport, quando ne sono esonerati i soggetti destinati al macello secondo illogici criteri indirizzati a favorire il commercio delle carni e i traffici illeciti.