Di singole e raccapriccianti azioni, notizie di stupida o mostruosa crudeltà sugli animali capaci di rattristarci o sconvolgerci, si potrebbero purtroppo riempire da cima a fondo i notiziari.
 DJ3 uccide la pecora del parroco: lei e il suo cucciolo, imprigionati, devono pagare. Ma perlomeno sono ancora vivi, al contrario di JJ1, JJ2, JJ3, abbattuti a fucilate oltreconfine; diversamente dall'orso Dino e da tutti i plantigradi avvelenati in Abruzzo. E pure, da infiniti altri animali che ci fanno soffrire di riflesso, partecipando per il loro dolore come fosse il nostro, inflitto da gente indegna e inferiore.
  Quanto a maggior ragione ci ferisce e ci fa inorridire non è solo la sostanza di simili aggressioni verso creature incapaci di difendersi, ma la loro tranquilla ostentazione. E’ noto infatti che viviamo in una società, quella umana, che a grandi linee pone l’uomo stesso al centro dell’universo e attribuisce alla vita degli altri animali un valore del tutto inferiore. Benché sia un principio che in parecchi iniziano a mettere in discussione, il sistema vuole che della vita degli altri animali l’uomo disponga a proprio piacimento in modo sistematico. La maggior parte di noi non si sognerebbe mai di uccidere un orso a fucilate, ma con ogni probabilità ancora mangia carne, indossa indumenti provenienti da mammiferi, uccelli o pesci dotati di intelligenza, vita sociale, memoria, affettività. Eppure, non li abbiamo visti morire sgozzati o attaccati al gancio, vivere stipati a migliaia in un capannone, seguiti mentre viaggiare maltrattati per centinaia di chilometri, perciò non ne siamo così sconvolti. E ancora, non sono gli animali ai quali abbiamo deciso di voler bene: i cani e i gatti, che gli asiatici mangiano, mentre noi preferiamo limitarci agli erbivori.
  Il punto non è dunque lo sdegno verso i singoli atti odioso in sé, in un Paese in cui il consumo di carne dal Dopoguerra si è quintuplicato, si cede ogni possibile angolo verde al cemento, si sostiene la caccia e la stagione degli abbandoni è aggravata dall’ottusità del sistema turistico – treni, spiagge, alberghi - quanto una sensibilità e una coscienza completamente nuove.
  Dalle grandi alle piccole associazioni, ai comitati locali, agli stessi cittadini, esiste ormai una rete di solidarietà del tutto indipendente dalle istituzioni, capace di passarsi informazioni e aiuti. Si tratta di una popolazione trasversale che cresce ogni giorno, critica e numerosissima. Capace, prendendo coscienza della propria forza, di ottenere risultati sempre più importanti.
 Incominciando dall'auspicabile e rapida liberazione di DJ3 e del suo cucciolo.