Dal 7 agosto scorso Rocket, una cavalla di cinque anni, è rinchiusa in isolamento dentro un box a causa di un'ordinanza di sequestro sanitario emessa dal Comune di Poli, dove risiede la famiglia delle sue proprietarie.
La richiesta di sequestro ha origine dalla ASL di Tivoli, che il 12 giugno 2010 effettua su Rocket il normale prelievo per il test di Coggins, che ha scadenza annua ed è obbligatorio per prevenire la diffusione dell'anemia infettiva equina.
I risultati del laboratorio Izs di Roma danno Rocket positiva al test di pre-screening ELISA, ma negativa a entrambi i test AGID/Coggins, che sono quelli riconosciuti dal protocollo ufficiale e dal manuale dell'OIE.
Comunque, la ASL richiede l'isolamento cautelativo (se presente, l'anemia infettiva equina si trasmette da cavallo infetto ad altri soprattutto attraverso eventuali punture di insetti).
Il 13 luglio si effettua un secondo prelievo. Il pre-screening ELISA questa volta è dubbio, mentre gli AGID/Coggins rimangono rigorosamente negativi.
A questi, la ASL aggiunge un test chiamato IMMUNOBLOTTING, assente da qualsiasi protocollo ufficiale, che risulta positivo.
Così, Rocket viene posta definitivamente sotto sequestro sanitario e chiusa nel suo box. Benché ampio, benché accudita con ogni attenzione dalle sue proprietarie, in ogni caso si ritrova in una situazione innaturale, malsana, triste e assai pericolosa, poiché l'immobilità più di ogni altra cosa espone questi delicati animali al rischio di coliche.
Bisogna sapere che, un tempo, per i cavalli riconosciuti positivi al test di Coggins (e Rocket non lo è!) era obbligatorio l'abbattimento.
Oggi, è a discrezione del proprietario. Ma la legge impone l'isolamento, allo scopo di evitare ogni possibilità di contagio con altri cavalli.
Dunque, bisogna trovare un luogo giudicato dalla ASL di competenza a distanza di sicurezza da qualsiasi centro che accolga equini, e lì organizzare la nuova vita del proprio cavallo.
Molte persone non sono interessate a farlo, o non possono, perciò decidono di abbattere l'animale.
Non è il caso di Annarosa Ceracchi e delle sue figlie Jessica e Morena, che hanno cresciuto la loro cavalla in giardino da quando aveva tre anni e sanno che Rocket è sana, com'è dimostrato dal test di Coggins.
Durante questi mesi, la famiglia di Rocket si è appellata al TAR senza ottenere il dissequestro, ma il ricorso è pendente nel merito. La Regione Lazio nel bur del 28 dicembre 2010 conferma che i test ufficiali di riferimento per l'anemia infettiva equina sono i Coggins: l'IMMUNOBLOTTING non trova alcun conforto nella normativa.
Tuttavia, è rimasta finora inascoltata la preghiera di ripetere per la terza volta gli esami di Rocket, con l'invio di un campione di sangue all'Università di Perugia.
Certi del fatto che la ASL abbia voluto, in questo caso, compiere il proprio dovere con particolare scrupolo, riteniamo tuttavia doveroso lanciare un appello al Ministero della Salute per l'immediata revisione della situazione di Rocket, poiché la procedura seguita appare di fatto irregolare.
Recludere per oltre cinque mesi un animale, e condannarlo, su base non supportata dalla normativa, costituisce un precedente di arbitrarietà preoccupante e grave per tutti quei cavalli che, meno amati e seguiti di Rocket, possano essere abbandonati e uccisi.
A chiedere tempestiva chiarezza e tutela per Rocket si unisce anche l'ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali.
Potete sostenere anche voi la causa di Rocket, contattando il Ministero della Salute e chiedendo che il caso sia subito riesaminato secondo le procedure riconosciute dalla normativa.