La stupida sgradevolezza della provocazione leghista, mangiare carne di orso importata dalla Slovenia per protestare contro i ripopolamenti in Trentino, si commenta da sé. Ci dice tutto riguardo la rozzezza e l'ottuso selvaggiume dei suoi promotori, i quali già nei mesi passati avevano proposto di abbattere i plantigradi considerati molesti a fucilate.
Tuttavia, l'intolleranza espressa in modo tanto virulento conferma il sostanziale fallimento del progetto Life Ursus voluto dal Parco Adamello Brenta e costato in termini di milioni di euro alla Comunità Europea, invitandoci inoltre una volta di più a ragionare sull'opportunità di tali imprese.
Se a giovarsene infatti, in termini di finanziamenti e di immagine, sono le regioni e i parchi che possono esibire la presenza di animali attraenti sulla carta, non si può dire altrettanto per questi ultimi, respinti da territori ormai inadatti e troppo fortemente antropizzati.
Quale reale opportunità di vita e movimento si offre agli orsi, laddove la gente non sia disposta ad accoglierli e tollerarli, comprendendo che non si tratta di pupazzi di pelouche o cartoni animati, ma di grande predatore capaci all'occorrenza, purtroppo, di mangiare una gallina o una pecora? Fa parte della loro natura e se non siamo disposti ad accettarla è senz'altro molto meglio non ripopolare il territorio di orsi.
Se in Trentino, come in altri luoghi, una specie si estingue, non non è un caso.
Colpevoli solo di essere stati reintrodotti nel Parco dell'Adamello Brenta fra il 1999 e il 2002, i 20 esemplari prelevati originariamente il Slovenia si sono poi riprodotti e non hanno fatto nulla di male, se non comportarsi da orsi.
Qualcuno, dimostrando particolare intelligenza e intraprendenza, nel tempo ha azzardato interazioni considerate troppo audaci con l'uomo, rovinando qualche arnia e predando forse piccoli capi di bestiame.
Vedi il celebre e tragico caso di Jurka e i suoi figli, Jj1, Jj2 e Jj3; i secondi uccisi a colpi di carabina una volta varcati i confini di Germania e Svizzera, poiché il progetto non prevedeva alcun accordo con i paesi vicini, la seconda catturata, sterilizzata e imprigionata per anni - solo di recente trasferita in un piccolo santuario grazie all'impegno di associazioni animaliste. Possiamo continuare con le tristi storie dell'orso Dino, dell'orsa Dj3, degli avvelenamenti in Abruzzo.
Ragionando da orsi, chiunque preferirebbe essere estinto, a prescindere dalle barbariche varietà dell'accoglienza locale.