Sembra proprio che la nuova trovata del Campidoglio sia di affidare all'Ama, l'azienda municipale per la nettezza urbana, la nuova gestione di canili e gattili municipali.
Il proposito è stato anticipato nel corso di una riunione indetta dall'assessore all'Ambiente Visconti cui hanno partecipato alcuni operatori dell'associazione attualmente affidataria del canile della Muratella e i loro rappresentanti sindacali, trovandosi a incontrare il responsabile dell'Ufficio tutela e benessere animali Marcello Visca, il suo predecessore Bruno Cignini e il presidente dell'Ama Franco Panzironi.
Ai lavoratori è stata anticipata l'idea di accorpare sotto la gestione dell'ente preposto alla spazzatura la Muratella, l'ex Cinodromo, i gattili di Porta Portese e Villa Flora. Mantenendo, dell'intero personale attualmente impegnato nelle varie strutture (tutte al collasso) solo una parte degli "operai".
Il motivo per cui, dopo tre anni di annunci e attesa, pare si sia deciso di fare marcia indietro dal più volte promesso bando di concorso europeo nel rispetto nelle leggi nazionali (che vorrebbe per la gestione dei ricoveri una gara d'appalto aperta a quelle associazioni fondate sul principale obiettivo di tutelare i diritti degli animali) viene ricondotto al fatto che le strutture non sono a norma. Il solo canile della Muratella, previsto per 390 cani e realizzato tra l'altro molto male, ne contiene attualmente più del doppio, in condizioni difficilissime.
L'ingegnosa risposta del Comune è dunque di accorpare tutto sotto un'unica gestione, propria, puntata al risparmio e non certo al benessere degli animali. L'unica competenza di cui potrebbe godere l'Ama è lo smaltimento delle carcasse.
Inoltre, si porrebbe l'immediato problema di dividere da regolamento le strutture municipali, in particolare la Muratella, in canile sanitario e canile rifugio. Il primo completamente in mano alla Asl di competenza, che gestirebbe gli ingressi, avrebbe totale discrezione di vita e morte sugli animali e li manterrebbe in eventuali quarantene di 60 giorni: troppi per fare l'esempio più banale nel caso di cuccioli abbandonati, facilmente adottabili in tempi più brevi. Il secondo prevederebbe l'impiego degli operatori, addetti a quel punto a pulire le gabbie e passeggiare i cani.
Mancherebbe dunque una veduta d'insieme competente e capace di garantire gli animali.
E' certo che l'attuale situazione dei canili e gattili municipali romani va risolta e affrontata, ma considerando gli animali per quello che sono: esseri viventi tutelati da leggi quadro nazionali come la 281/91 e la 189/04; non certo spazzatura.