Ore 19.00, la barca a vela lascia il porto del Circeo diretta alle Isole Pontine. Una navigazione semplice di un paio d’ore. Il vento di traverso e mare mosso, onda lunga. L’equipaggio si spera ben assortito. Uno dei pericoli maggiori dell’andar per mare sono i compagni di viaggio. In barca si esasperano i caratteri, si diventa intolleranti, indolenti e un po’ cattivi. “Visto che sei giù” al malcapitato che scende casualmente sotto coperta “mi prendi, controlli, accendi e via di seguito”. Si diventa furbi, per necessità, si studiano gli altri, si creano le alleanze, si plagiano i più deboli. Insomma una sociologia di gruppo del tipo Il signore delle mosche. Una prevenzione non c'è.
Dipende molto dall’educazione delle persone.
Le Isole Pontine, meraviglie naturali davanti alla costa del Lazio. Ponza, Palmarola, Gavi, Zannone protetta dal Parco del Circeo, Ventotene e Santo Stefano.
Che bella l’Italia. Le isole si stagliano all’orizzonte. Piccole montagne sulla pianura immensa del mare. La barca arriva a Ponza. E’ sera si ferma in rada davanti al paesino arroccato, con le case color pastello. Ricorda la Grecia. E della Grecia turistica ha preso anche lo schiamazzo dei locali aperti fino a tardi, dei tender che girano nella rada per portare da una barca all’altra i vivaci vacanzieri. Barche a vela, motoscafi e gommoni, tutti all’ancora con la prua al vento, un’enorme area di servizio.
Chi va per mare sa anche che uno dei pericoli maggiori sono i comandanti della domenica. Assistiamo attoniti ad un esempio di fair play. Due barche ormeggiate una sopravento e una sottovento. L’ancora dell’imbarcazione sopravento molla. Nessuno a bordo. L’equipaggio di quella sottovento si agita. L’ancora ara, la barca scarroccia, e c’è il rischio che le imbarcazioni si tocchino. Torna il proprietario della barca sopravento. Discussione tra i due comandanti. Partono gli insulti: “te meno” “te gonfio” “scendi in banchina se hai il coraggio”. La rada del porto diventa ring. E’ sempre questione di educazione.
Il sole sorge sull’isola, la barca lascia la rada scivolando sul mare finalmente calmo. Bisogna ammettere che le Pontine sono belle e selvagge. La costa è alta, ripida. I faraglioni scoscesi sembrano delle enormi pietre pomici, bianche e porose. Lungo le pareti le macchie di vegetazione pendono come grappoli inermi. Il mare è color smeraldo. Un paradiso da preservare. La barca si ancora in una cala. Insieme ad altre cento. Rumore di catene. Grida. Qualche cretino smanetta con il motore. Sulla superficie dell’acqua passano, trasportati dalla corrente, alcune cicche di sigaretta. Osservo i bagnanti che mangiano la frutta e gettano in mare i noccioli. Anche i materiali organici ci mettono del tempo a biodegradarsi. Anche la carta. Figuriamoci i filtri delle sigarette.
Educazione non è solo stare composti a tavola.