Nel momento storico in cui in molte parti del mondo viene avviato il "cambiamento epocale" annunciato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche USA (NRC) sui metodi di sperimentazione biomedica in tossicologia (“la tossicologia si sta avvicinando ad un evento epocale, di quelli che hanno dato un nuovo corso alla storia della scienza, come la scoperta della penicillina, quella del DNA, la nascita del primo computer. Essa è in procinto di avvalersi delle rivoluzioni avvenute nella biologia e nella genetica […] le prove di tossicologia saranno trasferite da un sistema basato sullo studio dell’animale intero ad un sistema basato principalmente sui metodi in vitro, questi ultimi essendo in grado di valutare i cambiamenti nei processi biologici con l’osservazione di cellule, preferibilmente di origine umana” dal Rapporto NRC “Tossicologia del XXI secolo: una visione e una strategia”, 2009);
Nel momento in cui le maggiori agenzie di controllo Usa lanciano un progetto quinquennale di tossicologia molecolare, applicando le indicazioni del NRC (protocollo d’intesa firmato al congresso annuale dell’Associazione Americana per l’Avanzamento delle Scienze);
Nel momento in cui le maggiori riviste scientifiche (in particolare “Nature”) pubblicano articoli che contestano la sperimentazione animale quale metodo scientifico, definendola “cattiva scienza” (Nature, 10/11/2005);
Nel momento in cui il documento conclusivo del “VII Congresso mondiale sui metodi alternativi e l’uso degli animali nelle scienze biomediche” (Roma, agosto-settembre 2009) scrive: “Le nuove importanti innovazioni in materia di valutazioni di rischio si valgono, per verificare la sicurezza delle sostanze chimiche (inclusi farmaci, vaccini, additivi alimentari, pesticidi, cosmetici), dei nuovi strumenti forniti dalla genomica, dalle tecnologie informatiche e dai sistemi di sperimentazione ad alta prestazione […] Questo nuovo approccio, considerato l’avvio di un cambiamento di portata globale nella valutazione di rischio, determinerà una riduzione senza precedenti nell’uso degli animali da laboratorio nei prossimi dieci anni. Ma il cambiamento sarà tale da rendere, con ogni probabilità, il ricorso agli animali da laboratorio del tutto superfluo nel giro dei prossimi 20 anni.[…]. I partecipanti concordano nel ritenere che sia possibile valutare i rischi e danni provocati dalle sostanze chimiche con i nuovi strumenti che ci offre la conoscenza del genoma, affiancati alle tecnologie informatiche ed ai sistemi di sperimentazione in vitro di seconda generazione. Il tutto senza fare ricorso agli animali da laboratorio. Herman Koeter, copresidente del Congresso, già direttore dell’EFSA, ha dichiarato: “Queste tecnologie sono capaci di raccogliere una quantità mai raggiunta prima d’informazioni sui possibili effetti avversi recati da una sostanza ai sistemi biologici. Sono anche in grado di generare una quantità di conoscenza di gran lunga maggiore di quella che fino ad oggi abbiamo saputo individuare e capire. Esse ci faranno considerare, in un futuro assai vicino, l’uso degli animali a fini sperimentali estremamente obsoleto”;
Nel momento in cui vi è la necessità e l’urgenza di testare 30.000 sostanze chimiche già immesse nell’ambiente per regolamentare il loro impiego (Regolamento REACH della UE);
Nel momento in cui il progresso delle conoscenze scientifiche nel campo della genetica, della biologia, dell’informatica e in altre nuovissime branche della scienza ci consentono di tutelare l’ambiente e la nostra salute effettuando test:
a) molto più affidabili
b) di gran lunga più rapidi
c) enormemente più economici
d) capaci di raccogliere una quantità enorme di informazioni aggiuntive, ad esempio anche gli effetti cumulativi di varie sostanze tossiche.
Il Parlamento Europeo, malgrado le nostre informazioni e le nostre ripetute istanze, ha scelto di adottare in prima lettura (il 5.5.09) un “testo di compromesso” che, al fine dichiarato di “snellire la burocrazia”, trascura ogni considerazione di logica, di etica, di rispetto del mandato ricevuto dai cittadini europei ad agire per il bene della comunità.
Esso non solo ha rilanciato il principio di base - ormai del tutto decaduto - della validità scientifica della sperimentazione animale, ma ha persino fatto in modo che l’Europa chiuda le porte ad ogni progresso scientifico altrove adottato, ad ogni revisione … ovvero, in questo caso, ad ogni effettiva tutela della salute umana e dell’ambiente. Esso infatti, a differenza del Regolamento REACH, non obbliga ad utilizzare i test sostitutivi, neppure laddove esistono, e non fa nulla per facilitare l’approvazione di quelli nuovi. Ciò nonostante il Parlamento con la risoluzione del 22 maggio 2008 si fosse impegnato in senso esattamente opposto.
A questo va aggiunta un’ulteriore rilevante considerazione: l’attuale testo per la Revisione della 86/609 ribalta le promesse iniziali di riduzione della sofferenza negli animali. Ecco solo alcuni dei peggioramenti proposti: possibilità di sperimentare più volte sullo stesso animale; maggiore permissività nello sperimentare senza anestesia e/o antidolorifici; nello sperimentare su primati (anche senza gravi motivazioni); e su cani e gatti randagi; libertà nella creazione di animali transgenici, ecc …
Noi tutti del movimento scientifico antivivisezionista e noi tutti cittadini europei che riteniamo nostro dovere agire per il bene collettivo, rifiutiamo di credere che l’Europa possa perdere questa preziosa occasione per fare un passo avanti nel campo della ricerca biomedica, nella quale è molto grande il ritardo accumulato
E’ necessario che i nostri rappresentanti comprendano che i difensori della scienza e quelli dei diritti degli animali possano essere soddisfatti entrambi, ma soltanto respingendo la Proposta di Revisione e poi riprendendo il dibattito con le premesse che qui abbiamo fatto.
La decisione opposta comporterebbe:
CHIEDIAMO dunque AI LEGISLATORI EUROPEI di rigettare il testo per la Revisione della 86/609 approvato in prima lettura e di tradurre al più presto in nuova legge i principi qui sopra esposti.
UNA NOSTRA LETTERA AD ESSI E’ GIA’ PARTITA.
Firmato: COMITATO SCIENTIFICO EQUIVITA (Italia) ANTIDOTE EUROPE (Francia)
Per informazioni: Comitato Scientifico EQUIVITA (ITALIA)
Tel. + 39.06.3220720, + 39.335.8444949
E-mail: equivita@equivita.it www.equivita.org?