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EmergenzaMarea nera: scaricabarile....
chi paga in caso di disastro ambientale?
Marea nera: scaricabarile....

  Non è un gioco di parole, pensando agli originali barili di petrolio che ne sarebbero dovuti derivare. Ma ora, dopo il disastro nel Golfo Del Messico, inizia lo scarica barile sulle responsabilità. I danni sono naturalmente incalcolabili. Vi giro un'agenzia delle ultime ore.
Fa riflettere, perché in questi casi c'è da chiedersi: chi paga davvero? I cittadini, gli stati, alla fine.
Per quanto sia, quale compagnia può far fronte, pur andando in rovina, a simili spese?
E poi, quelli trovano sempre il modo, con sistemi di scatole cinesi simili alle bandiere di convenienza, di farla franca.
Ora mi chiedo. Anche da noi, vogliono trivellare il mare di Sicilia e altro.
E in caso di disastro, chi pagherebbe?
Al di là del disastro stesso, che sarebbe la vera tragedia naturalmente, non manchiamo mai di fare questa semplice ma banale domanda a noi stessi e ai nostri cari governanti...

AGI/REUTERS) - Londra, 8 set. - Bp ha rimbalzato molte delle responsabilita' per l'esplosione alla piattaforma offshore nel Golfo del Messico, che ha dato il via alla piu' grande fuoriuscita di greggio della storia degli Stati Uniti. In un documento pubblicato oggi, la compagnia petrolifera ha accusato Transocean, societa' che gestiva la piattaforma, di aver ignorato dei segni di pericolo.
  Bp ha difeso dalle critiche la struttura del pozzo, che a suo avviso difficilmente puo' aver dato origine all'incidente, sostenendo invece che errori nella trivellazione gestita da Transocean hanno condotto il gas alla piattaforma, creando le condizioni per l'esplosione.
  "Dopo 40 minuti, lo staff di trivellazione della Transocean non e' riuscito ad accorgersi dell'afflusso di idrocarburi nel pozzo e a prendere le contromisure", ha detto Bp in un comunicato.
  Bp ha puntato il dito anche contro la cementificazione del pozzo, operata da Halliburton , e ha nuovamente criticato il sistema di prevenzione, gestito anch'esso da Transocean. La societa' petrolifera britannica ha ammesso solo che alcuni suoi esponenti, insieme a quelli di Transocean, hanno interpretato erroneamente un test sulla sicurezza che avrebbe potuto mettere in evidenza il rischio di un'esplosione.
  "Semplicemente, si e' trattato di una cementificazione fatta male", ha detto l'ex ad di Bp Tony Haward. "Difficilmente puo' essere colpa della struttura del pozzo". La piattaforma DeepWater Horizon e' esplosa il 20 aprile, causando la morte di 11 operai. Dopo due giorni la struttura e' affondata, dando il via a una perdita di greggio durata fino al 15 luglio, quando il pozzo e' stato tappato. In questo periodo, 4,9 milioni di barili di petrolio si sono riversati in mare.
  Bp ha detto la scorsa settimana di aver speso finora 8 miliardi di dollari nelle contromisure alla fuoriuscita. Cifra che secondo gli analisti e' destinata a crescere a decine di miliardi. (AGI) .
 

Data: 11/09/2010
Autore: Piero Carta
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