Nella zona industriale di Portovesme, nel Comune di Portoscuso, in Sardegna, si annidano quasi 20 milioni di metri cubi di fanghi rossi inquinanti e pericolosi, residui della lavorazione della bauxite, versati in un bacino dal 1975 dalla società Eurallumina.
Secondo gli esperti sarebbe una vera bomba ecologica, capace di far danni in misura 25 volte maggiore rispetto a quelli provocati, per un analogo motivo, in Ungheria i giorni scorsi.
Questo pericolo si era già affacciato lo scorso anno, quando, a causa del danneggiamento di alcune tubature, le acque della falda si erano cominciate a riversare in strada, obbligando Eurallumina a cessare la propria produzione. I Carabineri del Nucleo Operativo Ecologico avevano sequestrato i bacini di stoccaggio ed ora le nuove indagini sul bacino sono state affidate al ministero dell’Ambiente, che il magistrato ha nominato custode giudiziale del sito.
Si annunciano i lavori di messa in sicurezza tra un paio di settimane ma la popolazione esprime la propria perplessità e preoccupazione per una situazione che appare particolarmente pericolosa.
I danni all'ecosistema, che distruggono la biodiversità sono pericolosi per l'uomo e devono essere prevenuti, soprattutto in casi come questi in cui è tangibile che, ove avvenisse una fuoriuscita di "fango rosso", vi sarebbe una gravissima emergenza ambientale e un rischio palese di contaminare falde acquifere e terreni agricoli.