Non poteva andare liscia, naturalmente. Le innovazioni positive e civile fanno spesso fatica ad affermarsi: la stampa spagnola riferisce che il Partido Popular (Pp) ha presentato ricorso davanti alla Corte costituzionale di Madrid contro la legge votata in luglio dal parlamento regionale di Barcellona che abolirà le corride a partire dal 1 gennaio del 2012 a Barcellona e provincia.
Motivo della contestazione, promossa dal principale partito di opposizione al governo del premier socialista Jose' Luis Zapatero, la nuova normativa catalana violerebbe i diritti alla liberta' di manifestazione e creazione artistica, l'accesso alle manifestazioni culturali e la liberta' imprenditoriale sanciti dalla costituzione.
Il parlamento catalano ha appunto approvato, il 28 luglio scorso, una normativa che abolisce le corride dal 1 gennaio del 2012 in tutta la Catalogna. Legge interpretata e criticata dagli avversatori più in chiave anti spagnola, come fosse guidata dal nazionalismo catalano, che non come provvedimento progressista in favore degli animali. Lo stesso parlamento di Barcellona ha approvato due mesi dopo una legge in favore dei 'correbous', le fieste taurine tradizionali catalane. La corrida e' invece considerata in Catalogna un prodotto culturale spagnolo. Il ricorso del Pp afferma anche che le competenze acquisite dalle regioni spagnole danno loro la possibilita' di ordinare, promuovere o regolare le corride ma 'in nessun caso' di abolirle, perche' la tauromachia e' protetta da leggi nazionali.
Avrà probabilmente inizio un braccio di ferro, ma quando il progresso getta i suoi semi, è difficile, per fortuna, tornare del tutto indietro.