Sono ormai decenni che i volontari dell'ADDA operano a Castellammare ed sono sempre stati l'unica speranza per gli animali randagi, a fronte di una situazione difficilissima, che è ricorrente nel Sud.
Ora per il loro lavoro sta giungendo la parola fine, grazie al nuovo sindaco, Luigi Bobbio.
Assieme agli altri candidati, si era impegnato per la realizzazione di un canile, a collaborare concretamente con chi cura i randagi, a creare un organo di controllo contro i maltrattamenti ed a stabilire un giorno per la commemorazione dei randagi massacrati a Castellammare (vedi a lato).
Ad oggi è solo riuscito a rendere praticamente impossibile seguire i randagi come in passato, anche se continua a dire che si sta impegnando per realizzare il canile.
Dapprima ha emesso un'ordinanza in cui si vietava di abbandonare cibo per animali e successivamente ha fatto approvare il regolamento comunale in cui tale divieto viene sancito definitivamente ed in cui è stato aggiunto anche il divieto di cibare gli uccelli selvatici, con sanzioni di 50 - 300 euro.
Naturalmente questi divieti sono stati stabiliti per tutelare il decoro e l'igiene. Come sappiamo, le più pericolose pestilenze infatti hanno avuto origine dal cibo lasciato per gli animali randagi...
Ci si deve preoccupare per i turisti? Non risulta che i turisti si siano mai trovati davanti a enormi cumuli di cibo marcescente perché non consumato da randagi viziati, in quanto non di loro gradimento.
considerati come untori
Puntare il dito contro il cibo "abbandonato" per gli animali randagi, come fonte di pericolo, ha comportato pesanti conseguenze per i volontari.
A Castellammare gli animalofobi sono molti e con questi provvedimenti - per i quali di fatto bisogna restare presenti mentre si dà il cibo - significa essere esposti alla pubblica esecrazione, essere additati come untori e spesso aggrediti verbalmente se non fisicamente.
Non solo, ma se è possibile curare più colonie feline o gruppi di randagi ponendo la giusta quantità di cibo e passando successivamente a ritirare ciotole e recipienti (altrimenti spariscono), non lo è più se ogni volta bisogna aspettare che finiscano.
randagi alla fame
Risultato: i volontari si sono drasticamente ridotti, non essendo disposti a subire un trattamento umiliante o a prendere multe; quei pochi che cercano di resistere non riescono a seguire tutti gli animali e così questi a volte possono mangiare solo a giorni alterni, se non ancora meno.
Si indeboliscono, si ammalano e muoiono; inoltre, spinti dalla fame, si spostano dai loro soliti ambienti; così si possono formare i branchi di cani che aggrediscono per fame: si rischia di caricare una bomba ad orologeria!
Contro l'ordinanza aveva protestato anche la Sottosegretaria alla Salute Martini; a questo link trovate il dibattito integrale con il Sindaco:
www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=16331
Ne riportiamo un estratto:
Fermo restando la necessità di mantenere l'igiene e la pulizia del suolo pubblico, anziché emanare provvedimenti assurdi che privano gli animali randagi del fondamentale diritto all'alimentazione e, quindi, alla sopravvivenza, il Sindaco di Castellammare di Stabia dovrebbe preoccuparsi di applicare le norme vigenti in materia di prevenzione del randagismo e di tutela del benessere animale (...)
La risposta del Sindaco è stata senza mezzi termini; si legge fra l'altro (il neretto è nostro):
(...) l'unica cosa assurda in questa vicenda è che un Sottosegretario di Stato attacchi a testa bassa e in maniera volgare e offensiva un sindaco neoeletto di centrodestra dopo vent'anni e passa di potere comunista a Castellammare di Stabia (...) il mio interesse primario è e resta, in barba ad ogni conato animalista, quello di evitare che le strade della mia città siano imbrattate e rese pericolose per la salute pubblica, specialmente in questa stagione di caldo, da maleodoranti pacchi e cartocci o vaschette piene di alimenti marciti e putrescenti.
Secondo il Sindaco, se la Sottosegretaria Martini avesse letto l'ordinanza, avrebbe potuto rilevare che non è imposto il divieto di dare da mangiare agli animali randagi, ma ho imposto l'obbligo di curare, da parte di chi lo voglia fare, che tali attività per incuria, per ignoranza, per fanatismo o per semplice maleducazione, si possano tradurre in pericolo per la pubblica incolumità laddove chi lo fa non si occupi poi di ripulire il luogo dove si è prodigato.
Per quanto spiegato sopra, il risultato è però quello di indebolire, affamare e far morire i randagi.
Una delle conseguenze della "caccia all'untore" è stata anche quella di veder tagliare molti sostegni da parte di negozianti, ristoratori ecc.
Tutti coloro che avessero la possibilità di far avere del cibo per animali o medicinali, possono contattare i volontari anche su Facebook (con Google cercare facebook adda Castellammare) oppure telefonino allo 081-8704085.
E' necessario anche inviare il maggior numero possibile di proteste al periodico locale, per far capire al sindaco Bobbio che queste sue scelte danneggiano l'immagine turistica di Castellammare.
Spett. Redazione,
ho saputo della triste situazione in cui versano gli animali randagi a Castellammare, aggravatasi di molto a seguito dei divieti votati dalla nuova amministrazione e ho letto la lettera di impegno preelettorale firmata dal Sindaco Lugi Bobbio.
Se i provvedimenti sull'alimentazione degli animali sono stati presi anche per tutelare il decoro della città dal punto di vista turistico, Vi comunico che ho intenzione di chiedere ad amici e parenti di non spendere un centesimo in alberghi e ristoranti del comprensorio di Castellammare, finché non avrò conferma che gli impegni preelettorali da lui sottoscritti saranno tutti rispettati.
Con i migliori saluti.
firma e indirizzo
A cura Comitato Europeo Difesa Animali onlus - Brunate
TURISMO, DECORO E PROMESSE
Sono ormai decenni che i volontari dell'ADDA operano a Castellammare ed sono sempre stati l'unica speranza per gli animali randagi, a fronte di una situazione difficilissima, che è ricorrente nel Sud.
Ora per il loro lavoro sta giungendo la parola fine, grazie al nuovo sindaco, Luigi Bobbio.
Assieme agli altri candidati, si era impegnato per la realizzazione di un canile, a collaborare concretamente con chi cura i randagi, a creare un organo di controllo contro i maltrattamenti ed a stabilire un giorno per la commemorazione dei randagi massacrati a Castellammare (vedi a lato).
Ad oggi è solo riuscito a rendere praticamente impossibile seguire i randagi come in passato, anche se continua a dire che si sta impegnando per realizzare il canile.
Dapprima ha emesso un'ordinanza in cui si vietava di abbandonare cibo per animali e successivamente ha fatto approvare il regolamento comunale in cui tale divieto viene sancito definitivamente ed in cui è stato aggiunto anche il divieto di cibare gli uccelli selvatici, con sanzioni di 50 - 300 euro.
Naturalmente questi divieti sono stati stabiliti per tutelare il decoro e l'igiene. Come sappiamo, le più pericolose pestilenze infatti hanno avuto origine dal cibo lasciato per gli animali randagi...
Ci si deve preoccupare per i turisti? Non risulta che i turisti si siano mai trovati davanti a enormi cumuli di cibo marcescente perché non consumato da randagi viziati, in quanto non di loro gradimento.
considerati come untori
Puntare il dito contro il cibo "abbandonato" per gli animali randagi, come fonte di pericolo, ha comportato pesanti conseguenze per i volontari.
A Castellammare gli animalofobi sono molti e con questi provvedimenti - per i quali di fatto bisogna restare presenti mentre si dà il cibo - significa essere esposti alla pubblica esecrazione, essere additati come untori e spesso aggrediti verbalmente se non fisicamente.
Non solo, ma se è possibile curare più colonie feline o gruppi di randagi ponendo la giusta quantità di cibo e passando successivamente a ritirare ciotole e recipienti (altrimenti spariscono), non lo è più se ogni volta bisogna aspettare che finiscano.
randagi alla fame
Risultato: i volontari si sono drasticamente ridotti, non essendo disposti a subire un trattamento umiliante o a prendere multe; quei pochi che cercano di resistere non riescono a seguire tutti gli animali e così questi a volte possono mangiare solo a giorni alterni, se non ancora meno.
Si indeboliscono, si ammalano e muoiono; inoltre, spinti dalla fame, si spostano dai loro soliti ambienti; così si possono formare i branchi di cani che aggrediscono per fame: si rischia di caricare una bomba ad orologeria!
Contro l'ordinanza aveva protestato anche la Sottosegretaria alla Salute Martini; a questo link trovate il dibattito integrale con il Sindaco:
www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=16331
Ne riportiamo un estratto:
Fermo restando la necessità di mantenere l'igiene e la pulizia del suolo pubblico, anziché emanare provvedimenti assurdi che privano gli animali randagi del fondamentale diritto all'alimentazione e, quindi, alla sopravvivenza, il Sindaco di Castellammare di Stabia dovrebbe preoccuparsi di applicare le norme vigenti in materia di prevenzione del randagismo e di tutela del benessere animale (...)
La risposta del Sindaco è stata senza mezzi termini; si legge fra l'altro (il neretto è nostro):
(...) l'unica cosa assurda in questa vicenda è che un Sottosegretario di Stato attacchi a testa bassa e in maniera volgare e offensiva un sindaco neoeletto di centrodestra dopo vent'anni e passa di potere comunista a Castellammare di Stabia (...) il mio interesse primario è e resta, in barba ad ogni conato animalista, quello di evitare che le strade della mia città siano imbrattate e rese pericolose per la salute pubblica, specialmente in questa stagione di caldo, da maleodoranti pacchi e cartocci o vaschette piene di alimenti marciti e putrescenti.
Secondo il Sindaco, se la Sottosegretaria Martini avesse letto l'ordinanza, avrebbe potuto rilevare che non è imposto il divieto di dare da mangiare agli animali randagi, ma ho imposto l'obbligo di curare, da parte di chi lo voglia fare, che tali attività per incuria, per ignoranza, per fanatismo o per semplice maleducazione, si possano tradurre in pericolo per la pubblica incolumità laddove chi lo fa non si occupi poi di ripulire il luogo dove si è prodigato.
Per quanto spiegato sopra, il risultato è però quello di indebolire, affamare e far morire i randagi.
Per questo è necessario inviare il maggior numero possibile di proteste con il tagliando n° 5, per far capire al sindaco Bobbio che queste sue scelte danneggiano l'immagine turistica di Castellammare.