Il giorno dopo aver assistito al palio che si è corso a Siena il 16 agosto 2011, un palio ancor più violento del solito sia per il numero di cavalli coinvolti in incidenti sia per la enorme rissa scoppiata tra tifosi (o nel vernacolo locale “contradaioli”), l’Assessore al turismo della Regione Toscana, Cristina Scaletti, ha reso una dichiarazione nella quale sostiene che il palio che si corre a Siena sarebbe un “elemento distintivo della nostra storia e delle nostre radici” e addirittura un “fondamento dell’economia turistica della Toscana”.
Come Italian Horse Protection abbiamo inviato una lettera all’Assessore in cui esprimiamo il nostro punto di vista secondo il quale ben altre e di ben altro spessore sarebbero le radici culturali della Toscana.
Esprimiamo inoltre forti perplessità per gli aspetti etici ed educativi di un membro del Governo Regionale che vede nelle sofferenze degli animali e nelle risse cittadine un modo per fare affari, senza contare il fatto che è altissimo il numero di turisti provenienti da paesi più sviluppati sotto il profilo della sensibilità animale che scansano l’Italia proprio per il nostro comportamento con gli animali. Non ci sembra nemmeno troppo probabile che una quota importante (anzi, “fondamentale” per citare l’Assessore) delle oltre 40’000’000 di presenze turistiche annuali della Toscana si concentri due volte l’anno in una cittadina di 50’000 abitanti.
IHP invita inoltre l’assessore “a guidare un percorso culturale in cui le nostre tradizioni, anche le meno importanti, non rischino di venir cancellate dal disprezzo del mondo ma possano evolvere di pari passo con l’evoluzione della sensibilità umana. Il Palio di Siena è una manifestazione bellissima che dura diversi mesi l’anno, resa disprezzabile da 90 secondi di terrore”. Eliminando gli animali dal palio che si corre a Siena, la Toscana si monderebbe finalmente dall’infamia di ospitare quella gara così famosa in tutto il mondo proprio per il disprezzo per gli animali coinvolti.