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EmergenzaColata di cemento nel Parco Alessandrino
137500 mc di cemento a ridosso dell'acquedotto romano. Un vero scempio!!!
Colata di cemento nel Parco Alessandrino

Il 13 febbraio 2007 nasceva un coordinamento di comitati di quartiere, associazioni e singoli cittadini del 7° Municipio di Roma in seguito alla proposta di unirsi per perseguire l’obiettivo comune della salvaguardia del Parco Giovanni Palatucci, più noto come Parco Tor Tre Teste – Alessandrino.
Prendeva vita così il Coordinamento per la difesa del Parco Tor Tre Teste – Alessandrino per informare e coinvolgere i cittadini sullo scempio che avrebbe provocato l’applicazione della delibera del Consiglio Comunale n°318 del 13 dicembre 2005: ovvero il via libera a una scellerata cementificazione su una zona verde di fatto e da sempre considerata da tutti un’appendice del Parco stesso. Difatti la zona in questione sembrerebbe “ritagliata chirurgicamente” tra le diverse destinazioni d’uso del nuovo Piano Regolatore Generale tanto da divenire un vero tesoretto: in quanto l’area si presta molto bene alle purtroppo note manovre di speculazione edilizia che coinvolgono sempre più la periferia romana.
Importante ricordare che la realizzazione dell’insieme delle costruzioni in progetto, o più esattamente dell’eco-mostro (una cementificazione pari a 4 palazzine di 6 piani, 1 torre di 8 piani ad uso abitativo, più un centro commerciale per un totale di 137.500mc in una zona già ad alta densità abitativa e con una lunga lista di centri commerciali presenti sul territorio), è un pericolo reale poiché:

  1. deturperà il paesaggio (con l’impossibilità di fruire appieno del bellissimo acquedotto romano nel suo contesto storico-naturalistico, con il panorama all’orizzonte dei Castelli Romani tolto per sempre alla popolazione residente);
  2. comprometterà la zona archeologica (oltre al citato acquedotto romano, è accertata nel sottosuolo, nelle vicinanze la presenza di una strada romana che in tempi antichi collegava l’antica via Prenestina alla via Casilina e non si escludono altri importanti ritrovamenti storici, non a caso è oramai ventennale la questione di trasformare il Parco di Centocelle poco distante in parco archeologico…);
  3. distruggerà il fragile equilibrio di un’importante ecosistema di una zona di interesse ambientale (la cementificazione avverrebbe al di sopra di una falda acquifera del bacino idrografico della Valle dell’Aniene, inoltre il Parco si trova ad essere felice passaggio e ristoro per diverse specie di uccelli migratori. Una rilevanza ambientale riconosciuta persino della stesse istituzioni ufficiali che nella vicina biblioteca comunale vantano un’importante centro ecologico ambientale);
  4. aggraverà l’insostenibile problema della viabilità e mobilità romana che sempre più penalizza le aree periferiche della città relegandole alla condizione di zone di passaggio, senz’altra finalità per gli abitanti che la stoica sopportazione. In più si vorrebbe trasformare una zona dal basso impatto di traffico in una strada a 4 corsie: l’ennesima ferita a un territorio già compromesso;
  5. provocherà irrimediabilmente più un peggioramento delle condizioni di salute pubblica (per la già elevata densità abitativa, per l’incremento di traffico, per l’impatto acustico, per lo smog che ne deriverebbe, sebbene le polveri sottili sembra siano considerate un pericolo soltanto per il Centro Storico della città di Roma e non per la sua periferia…);
  6. distruggerà il tessuto sociale degli abitanti del 7° Municipio che ritrovano in questo Parco la loro identità, la loro memoria storica, le loro radici, una delle pochissime aree verdi all’interno delle zone urbanizzate, nonché un elemento fondamentale e fondante della valorizzazione del territorio stesso e delle sue potenzialità.

Inizia così un’opera di sensibilizzazione per richiamare l’attenzione di tutte le forze politiche democratiche, degli ambientalisti, degli amanti della natura e dell’arte contro delle politiche di gestione del territorio che sembrerebbero molto più solerti a difendere interessi dei grandi costruttori piuttosto che la salute pubblica, il verde delle borgate e la bellezza dei paesaggi e dei resti archeologici.

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