Ieri 15 febbraio, sono state rimosse le palizzate di legno che proteggevano il lato est del giardino e le ruspe hanno asportato la terra fino a pochi centimetri dalle radici dei platani, che verso lo scavo non avevano nessuna protezione. Se lo scopo è quello di causare la morte dei platani, dopo il platano sull'angolo nord-est (a cui non è stata ripristinata neanche la zolla sulle radici tagliate), adesso tocca ad altri tre...
I PRECEDENTI
Il 5 novembre 2009, su segnalazione dei Comitati del Flaminio, il Corpo Forestale dello Stato effettua un sapraluogo nel cantiere, constatando (come si evince dal successivo scambio di corrispondenza con il Comune) che i platani non sono stati protetti come previsto nel Permesso di Costruire e che uno in particolare ha subito un consistente danno alle radici. Il 9 novembre l'Ufficio Giardini intima la sospensione dei lavori, il Consorzio è costretto a mettere le protezioni sugli alberi, ma lascia il lavoro a metà. Il 30 novembre il Direttore dell'Ufficio Giardini chiede al Consorzio una rimodulazione del progetto per la tutela delle alberature. Il Consorzio presenta il 23 dicembre una relazione tecnica sulle opere di salvaguardia delle alberature stilata da un agrotecnico. Ma i platani continuano a non essere messi completamente in sicurezza. Il 29 gennaio il Comitato invia una nota all'Ufficio Giardini e al Corpo Forestale dello Stato segnalando che, nonostante le prescrizioni, le protezioni dei platani non sono state ultimate e che non è stato fatto alcun intervento sul platano danneggiato. Il risultato: una settimana dopo un addetto mette recinzioni metalliche e veli agli alberi restanti, ma lascia aperto il lato verso lo scavo , e soprattutto lascia esposto ai traumi dello scavo proprio l'albero danneggiato. Poi, pochi giorni dopo, ricomincia la mattanza...
Si raccolgono adesioni e proposte www.comitatoflaminio.org