Dai fanghi conciari alle scorie di fonderia, passando per il mercurio. Dalla Lombardia alla Puglia, ma anche dalla Sicilia verso l'Emilia Romagna. Dai terreni agricoli coltivati, al mare. Sembra non esserci tipologia di rifiuto, rotta di transito e sito finale di smaltimento che possa sfuggire alle mire dei trafficanti di rifiuti nel nostro Paese.
Quando undici anni fa, per la prima volta, venne analizzato il cosiddetto "ciclo illegale dei rifiuti" (nei dossier di Legambiente e nel lavoro di ricerca condotto insieme all'Arma dei carabinieri e all'Eurispes), la realtà che emergeva dagli atti giudiziari poteva essere solo immaginata, o meglio intuita. Ma era perfettamente comprensibile, undici anni fa, lo stupore dei magistrati che raccoglievano le prime dichiarazioni, da quali emerse che la "monnezza" diventava "oro".
E' una realtà davvero impressionante quella che emerge dalla lettura delle principali inchieste avviate in Italia dall'entrata in vigore dell'art. 53 bis del decreto Ronchi, nell'aprile del 2001, che ad oggi, ha portato all'arresto di alcune centinaia di persone. La possibilità di utilizzare strumenti d'indagine efficaci, finalmente adeguati alla gravità dei reati commessi, ha consentito di "illuminare" una fitta ragnatela di connivenze e complicità, che coinvolge produttori di rifiuti, società di raccolta e trasporto, gestori di impianti di smaltimento ma anche insospettabili titolari di aziende agricole.
Un delitto ambientale, quello di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, la cui introduzione è stata fortemente voluta da Legambiente sta dando i suoi frutti. Ottenuti risultati importanti sul versante investigativo si tratta di "alzare la guardia" sulle attività di monitoraggio e di controllo, responsabilizzando, più di quanto non avvenga oggi, le imprese produttrici; dotando il nostro Paese di un vero e proprio sistema integrato di gestione dei rifiuti.
Quella dei Rifiuti, insomma, è per molti aspetti un'impresa globale, che in Italia ha raggiunto dimensioni rilevanti sia per ragioni strutturali (il ben noto deficit di impianti di trattamento e smaltimento) sia per la convergenza d'interessi, soprattutto nel nostro Mezzogiorno, con le organizzazioni di stampo mafioso.
Rifiuti S.p.a, 2008
Rifiuti S.p.a, 1994
Rifiuti S.p.a 2, 1995