LAMBRO-PO: PREOCCUPAZIONE LIPU PER L’AMBIENTE CONTAMINATO
Dieci uccelli ricoverati al Centro recupero LIPU “La Fagiana” sono deceduti. LIPU: “Erano imbrattati, ma non crediamo sia stato il petrolio”
Non si abbassano, nonostante le rassicurazioni della Protezione Civile, le preoccupazioni della LIPU-BirdLife Italia per l’inquinamento dei fiumi Lambro e Po a seguito del disastro di lunedì scorso vicino a Monza: oggi il Consiglio dei Ministri ha proclamato lo stato d’emergenza.
Sul fronte animali, pur non in presenza di una grande emergenza numerica, la morte di dieci uccelli ricoverati al Centro recupero LIPU “La Fagiana” di Milano (tra germani e cormorani) avvenuta tra ieri e oggi preoccupa non poco sull’inquinamento dei due fiumi.
Secondo la LIPU infatti una percentuale così elevata di animali deceduti non si riscontra nei casi di uccelli imbrattati di petrolio, che dopo le opportune cure del caso riescono in buona parte a riprendersi. In questo caso invece tutti gli animali provenienti dal Lambro non ce l’hanno fatta.
La LIPU chiede che si renda noto quali e quante sostanze siano state sversate nei fiumi Lambro e Po, sia quelle provenienti dalla raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, sia quelle eventualmente rilasciate successivamente lungo il corso del fiume Lambro e Po.
LE ISTRUZIONI PER IL SOCCORSO - Non nutrire e non lavare gli animali colpiti da petrolio, ma portarli al più presto, in uno dei tre centri recupero della fauna selvatica che la LIPU gestisce nelle zone dei fiumi Lambro e Po (a Milano, Reggio Emilia e Ferrara), dove avranno le cure appropriate. Sono le istruzioni della LIPU per il soccorso alla fauna selvatica colpita dal disastro ecologico in corso.
L’animale colpito da petrolio – sottolinea la LIPU – va collocato all’interno di una scatola di cartone alla quale devono essere praticati dei fori per l’aerazione. La scatola deve essere adeguata alle dimensioni dell’animale, ma non troppo grande per evitare movimenti inutili come l’apertura delle ali.
Gli animali potenzialmente pericolosi (rapaci, serpenti, volpi) vanno lasciati sul posto, senza perderli di vista, avvertendo la Polizia Provinciale e fornendo a quest'ultima le indicazioni per raggiungere l'animale.
L’associazione ha anche diffuso alcune istruzioni di base per un soccorso immediato nel caso in cui il luogo di ritrovamento si trovi a distanza elevata dal Centro recupero LIPU più vicino: una sorta di “kit” di sopravvivenza può essere realizzato da tutti, acquistando in farmacia una pastiglia al cento per cento di carbone attivo (per smaltire i veleni ingeriti col petrolio), vaselina e garze (per pulire zampe e becco), guanti e una piccola siringa (di quelle utilizzati per l’insulina) priva dell’ago. L’indicazione è comunque quella di usare la massima cautela, meglio è comunque far effettuare queste operazioni, se possibile, da mani esperte.
E’ IMPORTANTE NON CERCARE DI NUTRIRE E/O LAVARE GLI ANIMALI, NE' PULIRLI CON SOLVENTI O POLVERI DI QUALSIASI TIPO
Se possibile, in attesa di portare l'animale al centro recupero più vicino, tenere l'animale a circa 10 centimetri di distanza dal termosifone.
Per fronteggiare l’emergenza la LIPU ha costituito fin dal primo giorno del disastro una task force formata dai Centri recupero fauna selvatica LIPU di Milano, Reggio Emilia e Ferrara, i più vicini alle zone colpite, e coordinati dal Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici LIPU di Livorno (CRUMA), il centro di riferimento in Italia in caso di disastri ambientali causati dal petrolio, e già operativo nel soccorso agli uccelli impetroliati nelle emergenze della petroliera Prestige in Galizia (2002) e della Haven in Liguria (1991).
NUMERI UTILI:
CRUMA LIVORNO: 0586.400226
CRFS LA FAGIANA (MI): 338 3148603
CRFS REGGIO EMILIA: 338.2206406
CRFS FERRARA: 0532.772077
LIPU NAZIONALE (dal lunedi al venerdi): 0521.273043
1° marzo 2010
LIPU-BIRDLIFE ITALIA