Nell'ambito di tutte le trasformazioni che l'obiettivo dell'EXPO 2015 vorrebbe apportare a Milano ed alla Lombardia, un impatto elevatissimo ce l'hanno i discorsi legati al rinnovamento ed all'ampliamento dei sistemi stradali ed autostradali esistenti ed alla costruzione di nuove infrastrutture dedicate sempre al trasporto automobilistico. Fra questi progetti, rientrano il discorso Pedemontana, la TEM, la BREBEMI, l'ampliamento della superstrada Milano-Meda a tre corsie per senso di marcia con la relativa trasformazione della statale in "strada extraurbana principale" (quindi con spiccate caratteristiche autostradali), la trasformazione della strada provinciale Rho-Monza in autostrada vera e propria, con ricongiungimento diretto sulla Tangenziale Nord, di cui costituirà il naturale proseguimento.
Fin qui uno direbbe: "perfetto, finalmente una botta di rinnovamento". Di tutto questo, però, si trascura un "piccolo" particolare. Si dimentica che stiamo parlando di un tessuto urbano fittamente popolato ed in cui territorio da erodere non ce n'è più. Ma proprio più. In particolare nei comuni del Milanese.
Nel caso specifico del progetto Rho-Monza, società Serravalle e Provincia di Milano, con il silenzio/assenso della Regione Lombardia, hanno già presentato all'ANAS un preliminare di progetto che prevede la trasformazione dell'attuale strada provinciale in autostrada (2 corsie per senso di marcia + corsia d'emergenza) che, nel Comune di Paderno Dugnano, non sarà solo una riqualifica di un tracciato già esistente, ma comporterà un gigantesco impatto sulle persone residenti, sul territorio, sull'ambiente a 360°, in quanto questo progetto prevede di costruire un viadotto di poco più di un chilometro, alto come un palazzo di 4 piani (su cui alloggiare la struttura autostradale di cui sopra), tagliando in due la zona sud del quartiere di Paderno (che è una zona residenziale, attualmente classificata, dal punto di vista acustico, come zona CLASSE III, cioè caraterizzata da traffico di tipo locale ed assenza di attività di tipo industriale), con problemi irrisolti anche rispetto alla presenza di una scuola elementare e di un centro diurno per anziani che, per caratteristica, dovrebbero stare in CLASSE I. Serravalle darebbe l'assalto ad una intera zona residenziale CLASSE III, forzando sul fatto che la presenza dell'autostrada darebbe loro "i poteri" della normativa sui 250 metri per infrastruttura di nuova realizzazione di tipo "A". Ma anche rispetto a tale normativa (con cui di fatto, Serravalle si "sconta" 5 decibel), ci sono dei punti costantemente in "soglia di attenzione", specialmente di notte !!!
Orbene, la realtà odierna di questo quartiere è una realtà di "convivenza" con il pregresso viabilistico realizzato negli anni '60-'70, cioè la Milano-Meda (attualmente 2 corsie per senso di marcia). La "convivenza" è una "sopportazione" al limite, per le parametrizzazioni che il PGT prevederebbe, in molti casi sbilanciate a favore della strada di grande comunicazione, piuttosto che verso la popolazione residente. In termini della qualità dell'aria e dell'inquinamento acustico.
In questo contesto già critico, il progetto di Serravalle vorrebbe "letteralmente" infilare in AFFIANCAMENTO all'attuale tracciato della Milano-Meda, la nuova struttura della futura Rho-Monza, rubando una striscia di territorio larga una cinquantina di metri alla zona di rispetto della MI-Meda ed avvicinandosi di cinquanta metri ad una serie di palazzi, portandosi a non più di DIECI metri dalle finestre! --> Ecco perchè io dico sempre che "nello spazio fisico dove ora ci sono 4 nastri d'asfalto autostradali il futuro ce ne riserva 14", aumentando il transito autostradale di un fattore 3,5, gli inquinanti mortali dello stesso fattore ed il rumore si impenna - dati di simulazione di progetto Serravalle alla mano - di una decina di decibel, mentre le opere di mitigazione previste, non riescono neanche a recuperarne un paio...
Essendo questa una misura "di parte", c'è da aspettarsi che la previsione sia stata anche un pò "taroccata" a loro favore e che la realtà sia anche peggiore.
Le amministrazioni comunali di Paderno Dugnano hanno espresso la loro riprovazione a questo progetto ed hanno sempre sostenuto che l'opera andava fatta pensando all'interramento di quel nuovo chilometro di autostrada, in quanto la salute della gente, la vivibilità dell'ambiente e la qualità della vita non possono essere subordinati a mere esigenze di budget monetario, anche perché –dico io -, se il motto dell'EXPO è "ecosostenibilità ed energia per la vita", non si capisce perchè noi residenti di Paderno Dugnano dobbiamo morire asfissiati o con un bel tumore al polmone e vedere tutti gli sforzi che abbiamo fatto in questi anni per assicurare un futuro migliore ai nostri figli andare in fumo, compreso il valore delle nostre case, pagate con mutui decennali.
Provincia di Milano e Serravalle hanno sempre osteggiato l'ipotesi dell'interramento, portando come scusa il costo (a loro dire) eccessivo (e mai documentato) ed il fatto che il tutto sarebbe "tecnicamente impossibile" (ref. "il Giorno" del 13 dicembre 2008, intervista all'ex assessore provinciale P. Matteucci) per via della presenza del torrente Seveso (larghezza letto: 5 metri). Essendo che queste due motivazioni sono, per diversi motivi, insostenibili, noi cittadini abbiamo dato vita, sul finire del 2008, ad un comitato spontaneo (CCIRM – Comitato dei Cittadini per l’Interramento della Rho-Monza) ed avviato una poderosa campagna di raccolta firme, che, dopo l'inerzia iniziale, ha portato consensi non solo da tutta la città di Paderno Dugnano, ma anche dagli altri comuni del milanese e della Brianza, fino alla città di Milano stessa ed oltre. Le firme raccolte, una ad una, in modo tradizionale, sono state oltre tremila. Un primo risultato che abbiamo ottenuto è stato quello di poter iniziare a discutere di interramento con Provincia di Milano e Serravalle ad un tavolo tecnico aperto anche ai tecnici nominati da comitato ed associazioni. Personalmente mi sono impegnato nel raccogliere documenti di progetto per fare delle presentazioni di tipo divulgativo, atte a far conoscere alla gente che tipo di inferno ci riserverebbe il futuro prossimo se tale progetto venisse eseguito. L’attività divulgativa, iniziata una anno fa, continua tuttora. Il comitato e le associazioni ambientaliste alleate in questa lotta (Associazione Amici Parco del Grugnotorto e Legambiente Paderno) cercano di sfruttare ogni incontro pubblico sul tema con esponenti della Provincia di Milano ed esponenti politici, per ribadire le ragioni dei cittadini e delle amministrazioni comunali che si sono succedute. Del resto, come il comitato San Fruttuoso 2000 dimostra, anche a Monza il viale Lombardia viene, in queste ore, interrato. Pertanto quest'opera si può e si deve fare; il budget monetario non può essere un vincolo per un progetto di questa portata, anche perchè - notizia del recente passato – la città di Milano vorrebbe avere per sè un tunnel lungo 15 KM (e non 1.2, come il nostro) dall'EXPO fino alla tangenziale EST, zona Forlanini!
Attualmente, dopo il faticoso momento susseguente alla sessione elettorale di maggio 2009, in cui sono di colpo cambiati sia gli interlocutori comunali che quelli provinciali, i cittadini del Comitato CCIRM e delle associazioni ambientaliste padernesi, rappresentati dall’architetto Fabrizio Allegro, sono stati ammessi a partecipare ai lavori del Tavolo Tecnico, insieme con i rappresentanti istituzionali di Comune, Provincia e società Serravalle, per trovare una soluzione alternativa al progetto. I cittadini hanno elaborato gratuitamente un progetto di interramento che è stato donato alla città e che è la base su cui il Tavolo Tecnico sta lavorando per modificare il preliminare Serravalle. La novità è che l’ipotesi dei cittadini si può inserire nel PGT del Comune, perché non solo risolve il problema della Rho-Monza, ma risolve, in un secondo intervento differito nel tempo, anche il problema dell’ampliamento della Milano-Meda, completando, in una terza fase, il recupero del territorio, proponendo un parco fotovoltaico laddove oggi c’è la carreggiata della superstrada.
Allo stato attuale dei lavori, noi attendiamo di completare lo studio condiviso e ci aspettiamo che la politica sovracomunale si adoperi per reperire le risorse che saranno necessarie per realizzare negli anni a venire questi tre passi: interramento Rho-Monza, interramento Milano-Meda, realizzazione del parco fotovoltaico.
Noi non ci fermeremo fino a quando non sarà realizzato il nostro progetto. Noi chiediamo che si trovino i fondi necessari: dalla politica dei pedaggi, da quella della durata delle concessioni a Serravalle e, se necessario, anche da EXPO stessa o da Roma.
Ulteriori informazioni (anche tecniche) sono tutte sul nostro sito (www.padernesi.com) dedicato alla questione Rho-Monza: c'è tutto il materiale che abbiamo usato e raccolto in quest’anno di lavoro.
La storia del comitato è cosa breve. Alcuni fra noi, tra cui io, già dal 2007 avevano intuito qualcosa di strano: si cominciava a vedere sui giornali locali ("Il Notiziario") qualcuno che azzardava ipotesi di trasformazione della Rho-Monza in autostrada, allarmandoci tutti quanti perchè non si riusciva a capire dove far passare questa nuova autostrada, dal momento che non c'è più terreno libero a Paderno, in particolare intorno alla Milano-Meda.
La cosa è stata evidente quando è apparso addirittura il progetto preliminare della società Serravalle, dopo circa un anno. Allora abbiamo iniziato a contattare i giornalisti delle testate locali e, a fine dicembre 2008, l'idea del comitato è diventata realtà. Infatti abbiamo intuito il pericolo di vedere una parte importante di Paderno Dugnano - dal Villaggio Ambrosiano fino a Calderara - trasformata in rampa autostradale, passando attraverso le case dei residenti. Infatti, il progetto preliminare Serravalle prevede non solo di riqualificare ma anche di costruire un tratto sopraelevato di autostrada lungo circa un chilometro, a fianco del tracciato della Milano-Meda (destinata anch'essa ad ampliarsi a tre corsie per senso di marcia), avvicinandosi ad una decina di metri ai condomini in varie zone del territorio: in particolare gli impatti più grossi sarebbero in via San Michele/Gramsci, via Verga/Concordia, zona UNES e prospicente Villaggio.
Di fatto, laddove oggi si convive con la realtà della Milano-Meda (per un totale di 4 corsie autostradali) dopo la trasformazione si conviverebbe con due distinte autostrade affiancate (la MI-Meda e la Rho-Monza), per un totale di 14 nastri di asfalto autostradale, andando ad annullare sia la zona di rispetto imposta dalla presenza della Milano-Meda (il sistema autostradale passerebbe a circa dieci metri dalle case di via San Michele che si affacciano su via Colzani), sia l'area del parco del Seveso, compromessa anche dalla costruzione delle nuove complanari e da bretelle e bretelline di accesso e/o svincolo dalle varie autostrade.
Le motivazioni del comitato affinchè questo progetto vada rivisto radicalmente sono le seguenti:
1) preoccupazione assoluta sulla qualità dell'aria che le migliaia di residenti che vivono in case di proprietà in zona (da via Verga ad est fino al fondo di via Boves ad ovest) si troveranno a respirare. Basti pensare che attualmente la MI-Meda "offre" ai residenti i veleni del transito di circa 80.000 veicoli/giorno. Pensando al potenziamento della MI-Meda (tre corsie per senso di marcia) ed all'affiancamento dell'autostrada Rho-Monza, la stima di transito schizza a 200.000 / 220.000 veicoli/giorno, nello stesso spazio fisico attuale !!!
2) preoccupazione altrettanto grave per il lievitare dell'inquinamento acustico che, dati del progetto Serravalle alla mano, mitigazioni incluse, renderebbero non compatibile con l'insediamento umano alcuni punti attualmente abitati, o fortemente critico il tutto. Specialmente nel tratto fra le vie Verga/Concordia e via San Michele.
3) preoccupazione sulla sicurezza non offerta a chi risiederà a dieci metri del tracciato autostradale: per esempio, se un TIR esce di strada, è giusto trovarselo nel giardino? E se si rovesciasse una cisterna con liquido infiammabile o tossico, è giusto trovarselo in cucina?
4) Erosione di territorio in modo sensibile, perchè, praticamente, sparirebbe tutta la fascia verde di attuale rispetto per la MI-Meda, un’area destinata al Parco del Seveso ed anche parte della via Gen. dalla Chiesa, per fare spazio alla struttura di cemento, alta come un palazzo di quattro piani, che alloggerebbe sulla sommità l'autostrada Rho-Monza.
5) Analoga significativa riduzione del parco del Seveso.
6) L'impatto visivo ed architettonico sarebbe sconvolto dal muraglione alto 12 metri e lungo più di un chilometro su cui la Rho-Monza sarebbe alloggiata ed un ulteriore impatto ce l'avrebbe il ponte (lungo mezzo chilometro ed alto 70 metri) previsto a scavalcare la Milano-Meda ad est, per costituire il congiungimento della Rho-Monza stessa con la Tangenziale Nord, in direzione Cinisello/Monza.
7) Degradamento dell'ambiente e del tessuto sociale.
8) Perdita consistente di valore delle case dei residenti a causa di quanto viene descritto in precedenza.->Chi verrebbe a vivere in questo scenario autostradale?
Il nodo di Paderno Dugnano è il punto cruciale di tutto il percorso di riqualificazione della Rho-Monza. Ci sono tratte con criticità differenti - come quella di Baranzate - che sono suddivise fra tunnel e trincee. Per Paderno non si capisce perchè non sia stato previsto nulla di tutto ciò.
La sensazione mia è che in questo progetto qualcuno abbia volutamente lasciato irrisolto fino alla fine il nodo di Paderno Dugnano, perchè noto fin da subito come estremamente critico. Sono stati accontentati prima tutti gli altri comuni, lasciando Paderno Dugnano per ultimo, nella speranza, forse, di "costringerlo" ad accettare una situazione definita, “de facto”, altrove.
Un'altra sensazione è che il preliminare di progetto sia stato pensato "in economia". Ad esempio: i valori delle mitigazioni acustiche proposte nel progetto. A fronte di un incremento medio di dieci decibel, le opere di mitigazione ne tolgono un paio !!! Per capire quanto i materiali contano anche in queste cose, basti pensare che le nuove barriere in posa a Cinisello lungo la A4, come descritto in un articolo del "Giorno" di qualche mese fa, attenuano minimo 6 decibel e massimo 16, però COSTANO 12 milioni !!!
In sostanza, Paderno Dugnano ce l'ha già un'autostrada attaccata alle case: questa è la Milano-Meda. Per quanto detto prima non esistono alternative all'interramento della Rho-Monza. Quello che posso suggerire, come Comitato, è la seguente posizione: è necessario pensare agli interventi viabilistici su Milano-Meda e Rho-Monza in modo unitario, senza commettere l'errore che l'uno non c'entri nulla con l'altro. E' necessario rendersi conto che una modifica viabilistica di questo tipo (cioè l'attraversamento di Paderno da parte della Rho-Monza) deve essere pensata in interramento, per non gravare in modo insostenibile su popolazioni ed ambiente. LA SALUTE NON HA PREZZO!!