Gentili Sindaci di Roma, Latina e Viterbo, Assessori e Responsabili di Settore (Ambiente, Urbanistica, Parchi e Aree Protette) dei Comuni di Roma, Latina e Viterbo e delle rispettive Province, e della Regione Lazio,
Siamo un gruppo di ricercatori dell'ENEA Casaccia, impegnati in progetti di ricerca e sperimentazione, finalizzati all' individuazione di sistemi eco-compatibili di difesa delle piante da organismi dannosi.
Scriviamo riguardo al problema del punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus, un insetto di grandi dimensioni che sta devastando il patrimonio palmicolo nazionale, rappresentato per lo più da piante della specie Phoenix canariensis, ma anche da esemplari di altre specie della stessa famiglia, spesso decennali se non secolari, di alto valore storico oltre che economico, presenti in giardini pubblici e privati.
Tralasciando la descrizione dell'insetto e premesso che questo è in grado di attaccare tutte le specie di palma, esiste il rischio che la palma endemica Chamaerops humilis, specie spontanea tipica della macchia mediterranea, subisca infestazioni che sarebbero difficilmente controllabili, vista la sua diffusione in ambienti naturali poco accessibili (es. Parco del Circeo). Questa specie si trova lungo tutta la fascia costiera occidentale, dalla Sicilia alla Toscana centro-meridionale, in Sardegna e nelle isole del Mar Tirreno. A Nord si trova qualche esemplare nel territorio del Parco di Portofino in Liguria. In Sicilia, Sardegna e Calabria si può allontanare di diversi chilometri dalle coste ed raggiungere le prime pendici dei rilievi montuosi. Essa rappresenta quindi un patrimonio biologico e paesaggistico di alto valore.
I dati delle osservazioni e delle sperimentazioni fino ad oggi acquisiti dagli esperti del settore ci permettono di dire che:
1) sarebbe utilie avere una carta georeferenziata, indispensabile per il censimento quantitativo e qualitativo delle palme sul territorio (sia sane che malate). Ad un recente Convegno (22 -23 gennaio a Sanremo) la D.ssa Rita Di Domenicantonio del Dip. Tutela Ambientale e del Verde e Promozione dello Sport del Comune di Roma, che si sta occupando del problema, ha espresso l'intento di realizzarla;
2) mediante lo strumento della carta georeferenziata e l'uso delle trappole a feromoni (facilmente reperibili e di sicura efficacia) sarebbe possibile realizzare a costi relativamente contenuti, un programma a livello territoriale di monitoraggio e di mass trapping ovverro di cattura massale degli adulti, seguendo l'esempio della iniziativa palermitana "adottaunatrappola" che sta dando ottimi risultati ( http://adottaunatrappola.unipa.it/);
3) le palme attaccate sono il rifugio dove l'insetto sverna. Grazie alle elevate temperature che si sviluppano all'interno dello stipite, durante l'inverno le larve continuano a crescere, mentre l'adulto trascorre tutti i mesi freddi in una sorta di diapausa. Quindi distruggere o trattare le palme in questa fase sarebbe la tecnica di controllo migliore. Invece i trattamenti vengono di norma sospesi durante il periodo invernale perchè, di fatto, l'autorizzazione al loro impiego viene data dalle autorità competenti solo per i mesi caldi, quando l'adulto è ormai fuoriuscito per colonizzare nuove piante.
Premesso tutto ciò, vorremmo suggerire di indire una riunione dove poter delineare una strategia territoriale da seguire. Si potrebbero in seguito invitare vari soggetti interessati a partecipare ad una tavola rotonda (includendo anche i proprietari e/o i responsabili di Giardini botanici, Bioparco, Ville storiche pubbliche e private, e le Università di Viterbo e di Roma) con lo scopo di agire "collettivamente". Molti di questi soggetti stanno attuando indipendentemente delle strategie che rischiano però di essere vanificate se non inserite in un contesto "territoriale" (sprecando le scarse risorse finanziarie disponibili).
Se non si agisce tempestivamente, inoltre, si prospetta il pericolo che a breve l'insetto, che è stato importato solo 6 anni fa dalla Melanesia, venga considerato "endemico" e non più organismo da quarantena. In questo caso verrebbe meno la necessità di adottare la misura precauzionale dell'abbattimento obbligatorio, che è stata invece fino ad oggi seguita, proposta che peraltro è stata già presentata da alcune Regioni e che porterebbe ad una espansione dell'insetto ancor più devastante.
In attesa di un vostro gentile riscontro e di un parere riguardante quanto descritto e proposto, siamo a disposizione per chiarimenti, incontri preliminari e collaborazioni.
I nostri più cordiali saluti
Silvia Arnone
ENEA CR Casaccia
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