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EmergenzaLambro: va in onda il dramma
di Paolo Penna
Lambro: va in onda il dramma

Non appena mi è giunta la voce che nel fiume Lambro - già tristemente noto a noi milanesi per il suo degrado - si era riversata un'onda nera di gasolio, ho cercato dentro di me di minimizzare l'accaduto. Ma, nei giorni a seguire, le voci si sono fatte sempre più insistenti e sempre più allarmanti. I Tg non parlavano d'altro e anche la gente, al bar o al supermercato, si scambiava opinioni in merito al disastro insultando e maledicendo chi l'uno e chi l'altro. Non volevo vedere quello che poi ho visto. Non volevo credere che fosse successo davvero, che fosse successo qui, a due passi dalla Madonnina. E invece, come una coltellata al cuore, ecco apparirmi sullo schermo un ragazzo vestito con una tuta bianca e lunghi stivaloni, probabilmente arrivato sul posto da poco a giudicare dal fatto che tutto il resto, intorno a lui, è ricoperto di nero. Un paesaggio spettrale. Il ragazzo sembra un Angelo sceso in terra dopo l'Apocalisse. E un angelo lo è davvero, perchè tra le braccia stringe un germano reale. Si capisce che è vivo solo grazie al bianco degli occhi che ogni tanto sbatte e che spiccano sul nero che lo circonda. Da questo risalgo anche al becco. L'immagine dell'uccello che lentamente mi si materializza davanti agli occhi è di quelle che spezzano il cuore. Il ragazzo è un volontario e, come tanti altri in questi giorni - Dio li Benedica! - si sta dando da fare per salvare il salvabile. Quel germano forse ce la farà, ma tante altre creature del fiume sono già morte o hanno i giorni contati. Il veleno è entrato nei loro organismi, condannandoli a una lenta e tremenda agonia. Anche i cittadini che vivono lì intorno si sono dati da fare per soccorrere anatre, gallinelle e altri uccelli e portarli in fretta e furia nei centri veterinari dell'Arpa, del WWF e dell'Enpa. Ma per alcuni non c'è stato niente da fare. I cormorani, venuti qui a svernare per sfuggire al freddo dei Paesi Scandinavi, non ce l'hanno fatta e ad attenderli, invece del caldo, hanno trovato una trappola diabolica, spietata e inesorabile. Eppure i volontari delle associazioni ambientaliste, aiutati anche dagli uomini dei Vigili del Fuoco, hanno provato a catturarli per tentare un disperato salvataggio. Forse, se presi in tempo e sottoposti a tutte le cure del caso, avrebbero potuto farcela, avrebbero potuto avere una piccola speranza di sopravvivenza, almeno qualcuno. Ma si , i cormorani sono animali molto riservati e non si lasciano prendere, neppure se indeboliti dal veleno, neppure se appesantiti dal gasolio. Le prime stime parlano di un centinaio di cormorani morti, ma si pensa siano cinque volte tanto. Uno -almeno uno - però ce l'ha fatta. E' stato preso quando, ormai sfinito, aveva deciso di abbandonarsi alla corrente per lasciarsi morire. Anche i pesci che vivevano eroicamente in quella zona del fiume sono morti. Avevano resistito ai detersivi, agli scarichi industriali e ad altri mille veleni. Ma non a questo.

Ora la frittata è fatta e va in onda il dramma. Adesso scopriremo - come sempre - che è successo quel che è successo perchè chi doveva rispettare le regole non le ha rispettate, perchè chi doveva prevenire non ha prevenuto e perchè chi doveva controllare non ha controllato. Niente di nuovo, siamo in Italia. Siamo nella solita maledetta Italia, con i suoi soliti maledetti politici, i suoi soliti maledetti affaristi, i suoi soliti maledetti incompetenti! Ma lasciarsi andare alla rabbia è sterile e inutile. Certo, anche non farlo è molto difficile. Ma l'unica cosa da fare in questi casi è sperare e rimboccarsi le maniche. Soprattutto rimboccarsi le maniche. E, allora, visto che per Expo 2015 si sperpereranno miliardi di Euro per l'apertura di astrusi cantieri che, in parte, come al solito, non vedranno mai la fine, perchè non destinare parte di queste ricchezze al recupero del Lambro? Tanto, chi dovrebbe pagare, manco a dirlo - come al solito, nella solita Italia - non pagherà. E allora, almeno, stiamo col fiato sul collo ai nostri sindaci, ai nostri assessori. Innondiamoli di e-mail, sosteniamo le associazioni ambientaliste, interveniamo nei Forum. Non deleghiamo come sempre tutto agli altri. E un colpo di 'clic' per fare qualcosa di utile, in fondo, non è una gran fatica. Ieri è toccato ad altri, oggi è toccato a noi. Facciamo in modo che domani non accada a nessuno.
Data: 10/03/2010
Autore: paolo pennacchioni
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