La funzionalità urbanistica del luogo, il valore storico, il valore affettivo per tutti gli abitanti, il valore come bene culturale, il valore simbolico per la città, non sembrano sufficienti per difendere la fontana di Ridolfi e i mosaici di Cagli nel centro di piazza Tacito a Terni.
Segnalata dall'Informagiovani consultabile su internet come uno dei monumenti più importanti e significativi della città, non viene considerata degna di restauri e di ordinaria manutenzione.
Il verde intorno, preziosi lecci anche essi simbolo del verde in Umbria, lasciati in un antiestetico abbandono, persino le ampie fioriere che fanno parte integrante del bel palazzo anni sessanta in cui è ospitata la BNL sono piccoli ricettacoli di spazzatura e minipozzanghere a cielo aperto.
Eppure, Terni è una delle poche città italiane in cui il decoro di piazze e parchi è affidato alla scultura conemporanea, la architettura civile e non è presente nei manuali di architettura e comunque sembra un vivaio di ottimi architetti. Ancora, le chiese sono piene di pittura e scultura contemporanea e il museo diocesano testimonia di una attenzione alla contemporaneità.
L'abbandono di piazza Tacito è oggetto di una campagna del Corriere dell'Umbria, ma nè le istituzioni nè i cittadini sembrano interessati a tutelare i beni comuni.