PREMESSE
Il tavolo tecnico si è arrestato lo scorso 30 marzo, per decisione unilaterale dell’assessore ai trasporti della provincia di Milano, G. De Nicola, dopo la presentazione unilaterale di alcune soluzioni di interramento, elaborate per conto di Serravalle dalla Proiter.
Lo spirito del protocollo d’intesa è, al contrario, quello di trovare una soluzione condivisa alle criticità evidenziate ed ammesse dal progetto preliminare Serravalle, presentato alla città in aula consiliare lo scorso anno, nel febbraio 2009, alla presenza dell’allora direttore generale ai Trasporti della provincia di Milano, Arch. Minotti.
La conclusione attuale del Tavolo Tecnico, unilaterale, non discussa, quindi non condivisa, è un finale imposto e non regolare. Inoltre, cosa che non è pertinente ad un’adunanza di tecnici, la presentazione continua insistentemente a premere sul discorso del capitolo spesa, che ha sicuramente senso in un altro tipo di ciclo di incontri. Va sottolineato, infine, l’uso artefatto dei dati di progetto per sconfessare, oltre ogni possibile immaginazione, l’utilità del tracciato in tunnel.
Va altresì detto che i dati relazionati da Serravalle e Proiter in quella riunione non sono stati ancora distribuiti ai partecipanti del Tavolo Tecnico ed ai rappresentanti del Comitato CCIRM, in particolare, i quali dovranno cercare delle argomentazioni tecniche direttamente in aula consiliare SENZA AVERE AVUTO LA POSSIBILITA’ DI PREPARARSI PRIMA, per mostrare dove stanno le incongruenze delle informazioni mostrate ai comuni cittadini, che rischiano di farsi un’idea assolutamente fuorviante del bilancio costi/benefici di un’opera di tale importanza.
15/04/2010
La sera dello scorso 15 aprile 2010 abbiamo assistito alla presentazione dell'elaborazione di un'ipotesi di progetto di interramento della Rho-Monza portata avanti unilateralmente dal gruppo dei costruttori. Molti i soggetti in gioco, rappresentati dall'ing. Formichi, per conto di Proiter, cioè coloro che costruiscono le autostrade; l'ing. Pizzarotti, cioè colui che rappresenta il costruttore del tunnel e la movimentazione terra; la provincia di Milano nella persona dell'assessore De Nicola, altri soggetti, fra cui una ragazza (di cui non ricordo il nome) che ha presentato una strana analisi ambientale su rumori ed inquinamento.
Questo schieramento, letto così, è una vera corazzata.
Dall'altra parte c'erano coloro che hanno recepito la rappresentazione ieri sera, cioè noi del comitato CCIRM, l'amministrazione ed i cittadini presenti alla riunione.
Ho preso qualche appunto, anche se un lavoro più approfondito lo potremo fare quando quella documentazione (già data al ministero, fra l'altro) sarà resa disponibile al nostro Fabrizio Allegro.
Le cose positive che ci vedo sono poche:
1) la conferma che interrare si può;
2) le parole del vicesindaco Bogani in apertura sull'intenzione dell'amministrazione di procedere sulla strada dell'interramento e l'accenno al reperimento delle risorse;
3) anche quell'accenno fatto dal sindaco Alparone sulla possibilità di non realizzare proprio nulla è qualcosa che non dobbiamo dimenticare;
4) l'apertura iniziale di Fabrizio che richiedeva il tavolo per il reperimento delle risorse, accennando anche al piccolo percentile (1%) relativo al capitolo di spesa delle opere accessorie per EXPO 2015.
Dopodichè iniziano le perplessità, a partire dalle parole dell'assessore De Nicola che ha accennato al dovere di combattere l'inquinamento acustico ed atmosferico (già, ma come ??!?). Ha fatto anche un pò sorridere la platea il suo accostamento alle novità, parlando del fatto che "l'uomo è andato sulla luna" (è vero: ma è una cosa vecchia di 40 anni fa, però... ).
Poi è iniziata la presentazione, diretta dall'ing. Formichi e dall'ing. Pizzarotti. Abbiamo visto tre metodi di perforazione con costi al KM varianti fra 50 e 75 milioni e, cosa molto più preoccupante, tempi di esecuzione del foro, che, senza intoppi, variano da 41 a 64 mesi. Già questo deve far suonare un campanello di allarme, perchè se è vero come è vero che questa opera è legata ad EXPO, dovremmo iniziare a scavare già da stamattina per sperare di realizzarla in tempo.
Quindi il primo messaggio che ci vedo qui è CHE IL TEMPO E' GIA' TIRANNO...
Tralasciando tutte le implicazioni che ci sarebbero sui flussi di traffico, il movimento degli autocarri per il cantiere, le questioni degli studi di complanari, etc. etc., alla fine i costruttori presenterebbero un conto sulla nostra tratta padernese di incremento costi pesantissimo. E QUI FAREBBERO PASSARE IL MESSAGGIO RELATIVO AGLI EXTRA COSTI INGESTIBILI a loro dire.
Le analisi ambientali illustrate dalla consulente (di cui non ricordo il nome) hanno evidenziato delle parzialità, cioè solo dei dati negativi. Questo è stato il motivo del mio intervento che, sebbene non avessi diritto di parola, mi sono sentito in dovere di fare, perchè chi assiste (e mi pare di capire che il pubblico ha recepito quello che volevo dire) ha il diritto di capire e non deve essere fuorviato. Aver evidenziato su di una tabella e su di un grafico che all'imbocco del tunnel ci sarebbe un inquinamento pazzesco è vero nel caso in cui non si faccia nulla per trattare l'aria. Però è altresì vero che non si può parlare di un progetto di interramento così importante senza considerare come intrappolare i flussi di aria al proprio interno per convogliarli agli opportuni filtri di depurazione. Quale occasione migliore per pulire l'aria in condotto e non in dispersione atmosferica?
Inoltre è inaccettabile anche la tesi che dice: "tanto siete in ambito urbano, non è vero che un'altra infrastruttura stradale deturpi alcunchè". E' quello il motivo per cui ho ribattuto dicendo ironicamente: "siccome l'ambiente è un letamaio, allora buttiamoci sopra altra spazzatura!".
Senza considerare tutto quello che va fatto, il messaggio che ci vorrebbero convogliare è che, dal loro punto di vista, la soluzione in tunnel sarebbe PEGGIORE di quella in aria libera e che tanto, essendo già tutto pesantemente inquinato, quest'aggiunta non sarebbe significativa. Alla faccia del rispetto per le persone residenti!
Quindi, secondo me, il lavoro mostrato giovedì sera non è una semplice disamina tecnica, ma è un lavoro che vuole dire che è meglio il progetto preliminare col ponte e lo scatolone di plastica della galleria fonica. Cioè siamo tornati indietro di un anno e mezzo.
E questo non lo possiamo accettare anche alla luce della realtà delle realizzazioni in tunnel in atto, come quella dei nostri vicini di Monza, in cui il fenomeno inquinamento è stato il perno centrale delle loro ragioni vittoriose. Inoltre non dimentichiamoci che ieri sera l'ing.Formichi ha accennato alla possibilità di allungare la galleria fonica. Ma se la galleria fonica è una scatola chiusa ed aperta solo alle estremità, non è vero che anche in questo caso, gli sfiati dei gas combusti sono tutti automaticamente convogliati verso le estremità? E allora che differenza ci sarebbe con quanto da loro evidenziato per le estremità di uscita del loro tunnel?
Dobbiamo riprendere ad incontrare la gente e riuscire a fare un incontro in cui sono presenti anche i nostri vicini monzesi del comitato san Fruttuoso 2000, che ci vengano a raccontare la loro storia e di come hanno chiuso nell'angolo le argomentazioni dei costruttori di strade. La cosa fondamentale è che la soluzione per la città non può essere ritornare al progetto preliminare, quello stesso progetto che il buon Minotti ci definì in assemblea, un anno e mezzo fa, "afflitto da evidenti criticità", proprio a Paderno. Le criticità vanno risolte, non riproposte. E se non c'è soluzione praticabile, allora si dia corpo a quanto detto dal sindaco Alparone, cioè non si faccia nulla.
A presto.