MAREA NERA: A RISCHIO 25 AREE ORNITOLOGICHE
E MILIONI DI UCCELLI MIGRATORI. ALLARME LIPU
PER GLI EFFETTI DEL PETROLIO
IN ARRIVO SULLE COSTE USA
Sula, sterne e pellicano bruno già colpiti dal combustibile in alto mare e alle isole Candelora
Migliaia di volontari stanno intervenendo nel Golfo del Messico in aiuto degli uccelli selvatici e degli animali colpiti dal petrolio. Lo rende noto la LIPU-BirdLife Italia: i volontari sono coordinati dall’associazione ambientalista americana Audubon, che rappresenta BirdLife International negli USA.
E’ grande la preoccupazione per la sorte delle 25 importantissime aree ornitologiche che sorgono sulla linea di costa del Golfo, dalla Louisiana al Sud del Florida. Sono aree “IBA” (Important Bird Areas) essenziali per la nidificazione e la sosta di centinaia di specie di uccelli. La LIPU denuncia i rischi per milioni di volatili che in questo periodo migrano attraverso il Golfo del Messico di ritorno dai siti di svernamento in Sud America. In questo ore una delle vittime privilegiate è la Sula, uccello marino pelagico che vive in alto mare. Alle isole Candelora, ultima barriera, sono invece toccati dalla marea nera il pellicano bruno, una specie appena uscita dalla lista USA delle specie a rischio di estinzione, il beccapesci e la sterna maggiore americana.
Di fronte all’emergenza, BirdLife International (tramite l’Audubon) si sta attrezzando per assicurare il soccorso e la cura per gli animali selvatici che saranno colpiti.
“La macchia d’olio nel Golfo – spiega Frank Gill, presidente Audubon – si sta emulsionando in una sottile ‘mousse’ che distrugge gli habitat ed estingue la vita. Gli uccelli – prosegue – sono il più visibile indicatore di come questo disastro stia intaccando gli ecosistemi che sostengono le comunità umane e la vita selvatica nella regione”
“Grazie a migliaia di volontari – conclude Frank Gill - siamo in grado già ora di localizzare gli uccelli in difficoltà e il loro stato di salute e, dopo l’arrivo della marea nera, di monitorare l’impatto della stessa sulla costa”.