Roma, 11 maggio 2010. “Solo l’altro ieri abbiamo appreso dai volantini messi nelle nostre buche delle lettere che sarebbe stato realizzato un parcheggio interrato nella nostra strada, ma non ci saremmo mai aspettati che in meno di due giorni venissero a recintare il cantiere e a tagliare tutti gli alberi, almeno 30 platani di 40 anni…” Questo l’accorato appello che ci hanno mandato i residenti di Viale Agricola, che oggi hanno improvvisato una manifestazione di protesta. L’area su cui dovrebbe sorgere il cantiere, tra via Tuscolana e via Quintilio Varo, è proprio accanto all’omonima stazione della metropolitana e i residenti raccontano che il palazzo del civico 6 ha già un contenzioso con il Comune per danni subiti in seguito agli scavi della metropolitana A. Se questa voce fosse confermata, sarebbe importante sapere se il concessionario del parcheggio, nell’ambito delle indagini preliminari obbligatorie per accertare lo stato dei palazzi limitrofi allo scavo, abbia preso in considerazione anche questo ulteriore fattore di rischio.
Se così non fosse, le prospettive per i residenti non sono molto rassicuranti. Come ci hanno riferito alcuni abitanti di un palazzo di Via Santamaura, a tutt’oggi parzialmente inagibile per una profonda frattura che ha cominciato a percorrere tutta la facciata pochi giorni dopo l’inizio dello scavo del parcheggio multipiano sotto il Nuovo Mercato Trionfale, può succedere che l’assicurazione della ditta costruttrice chieda ai condomini danneggiati di dimostrare che il danno non sia precedente, in quel caso provocato dai lavori della metropolitana A di Via Candia.
Resta incredibile che opere che hanno un così grande impatto sulla vita del quartiere e dei cittadini che ci vivono e ci lavorano, possano essere imposte senza alcun preavviso né confronto con i residenti. Molti di loro avrebbero preferito proporre altre soluzioni, piuttosto che la condanna a morte di alberi in perfetta salute che pulivano l’aria, offrivano ombra e soprattutto restituivano un po’ di bellezza a una città sempre più fatta a misura di oggetti inanimati (case, centri commerciali, parcheggi, auto) che a misura di esseri umani.