Due milioni di uccelli marini uccisi dalla pesca industriale negli ultimi dieci anni. In occasione della Giornata mondiale degli oceani, che si celebra oggi, è la LIPU-BirdLife Italia a diffondere il terribile dato: secondo la statistica elaborata da BirdLife International e dall’inglese RSPB (Royal Society for the Protection of Birds), dei due milioni di vittime, 90mila uccelli muoiono ogni anno annegati nel groviglio di reti da pesca nel Mar Baltico e nel Mare del Nord (ma si stima in realtà siano il doppio), altri 50mila a causa della pesca con palamiti (by catch) praticata a Ovest delle coste irlandesi. La specie più colpita è la Berta delle baleari, che sta subendo un forte declino.
In occasione della Giornata mondiale degli Oceani, BirdLife International (LIPU in Italia) e la RSPB hanno presentato a Bruxelles una petizione al Commissario europeo agli Affari marittimi e pesca Maria Damanaki con la quale chiedono l’adozione urgente entro il 2010 di un Piano d’azione con misure urgenti per proteggere le specie più minacciate di uccelli marini dagli effetti devastanti della pesca industriale
“Oggi – afferma Euan Dunn, responsabile Mare della RSPB – sono disponibili semplici tecniche, molto efficaci e in grado di difendere gli uccelli dalle attrezzature di pesca. Queste tecniche sono adottate dalle flotte di pescherecci dal Sudafrica al Cile, ma non in Europa.
“L’anno scorso – prosegue Dunn – la Commissione Europea ha messo a punto un Piano formale e adesso è fondamentale che venga approvato e fatto proprio dai pescatori, dal Baltico al Mediterraneo, anche, se necessario, appoggiata da nuove norme.
“Infine, il Piano deve tener conto dell’impatto delle flotte su specie ad alto valore come il tonno e il pescespada”.
8 giugno 2010
UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA