Chi di noi non ha mai visto secchielli gonfi di granchietti (più o meno vivi), il corpo maltrattato delle uricanti meduse sulla battigia o ancora le carcasse di splendidi (e rari) cavalluci marini (quando ancora si riuscivano a vedere con una certa frequenza) ad asciugare al sole come improbabile e macabro souvenier di una gita al mare? Per questi motivi la LAV ha emesso una nota diffusa a livello nazionale in cui ricorda che questi gesti anche se non producono l’uccisione degli animali, anche nelle forme più lievi, rappresentano comunque forme di maltrattamento punite dalla legge secondo il dettato dell’articolo 544 del Codice Penale. Infatti, le violenze a danno di un esponente della fauna, a qualunque specie appartenga (inclusi granchi, stelle marine.. ecc.) possono essere punite con la reclusione, da tre mesi a un anno, o con il pagamento di un’ammenda compresa tra i 3mila ai 15.000 euro, eventualmente maggiorata della metà della cifra in caso di morte dell’animale.
Lo chiedo a tutti voi lettori di Respiro.eu quando siete in spiaggia e vedete una scena di questo tipo cercate di spiegare ai bambini in maniera carina ma incisiva che i poveri animaletti marini stanno realmente soffrendo, se non lo fanno a scuola o in famiglia almeno proviamo noi ad educare il prossimo al rispetto verso “l’altro”...