COMUNICATO STAMPA
RECUPERO FAUNA: GRAVI DIFFICOLTA’ PER IL CENTRO LIPU DI ROMAL’associazione al Sindaco Alemanno: servono risorse per garantire l’attività della struttura
“Senza fondi la nostra attività di recupero della fauna selvatica in difficoltà rischia di fermarsi”. La LIPU-BirdLife Italia lancia l’allarme per il Centro recupero fauna selvatica di Roma e chiede alle istituzioni, in primis il Comune di Roma, di ripristinare i fondi erogati fino al 2009 e che da quest’anno non sono più stati concessi.
In questo momento nel centro recupero LIPU a Roma decine di volontari si alternano per alimentare 800 animali tra piccoli rondoni, ricci, pipistrelli, piccoli di civette, gheppi e allocchi e due cuccioli di volpe, oltre a vari esemplari adulti con traumi come poiane, falchi e gufi.
“Dall’inizio dell’anno – dichiara Giuliano Tallone, Presidente LIPU-BirdLife Italia – abbiamo anticipato noi i fondi necessari per curare i primi tremila animali arrivati fino ad oggi al centro. Ci appelliamo alla sensibilità del Sindaco Alemanno affinché all’approvazione del bilancio comunale vengano garantite le risorse per il centro recupero come da convenzione attiva da oltre dieci anni”.
Ospitato all’interno del Bioparco, il centro LIPU è da anni il punto di riferimento per i romani che raccolgono fauna selvatica ferita o in difficoltà. Nel 2009 sono stati 4.800 gli animali ricoverati, di cui 3.800 uccelli cui si aggiungono un migliaio di vertebrati tra cui mammiferi e rettili. Un’attività preziosa per il nostro patrimonio di biodiversità, che ora rischia di interrompersi lasciando senza aiuto migliaia di animali, come i tantissimi pulcini durante la stagione estiva o le centinaia di esemplari di specie protette, come i rapaci, feriti a fucilate durante la stagione venatoria. Un’attività, quella del recupero fauna, peraltro prevista dalla legge, che delega le province ad autorizzare i centri recupero.
Il 50% delle cure prestate l’anno scorso dal centro recupero LIPU sono state dedicate alla cura dei giovani uccelli “nidiacei”, che sono stati accuditi e alimentati fino alla liberazione, mentre il 30% delle cure sono state destinate alla cura di traumi. Nel complesso i rapaci ricoverati sono stati 273, tra cui molti gheppi, civette, barbagianni, allocchi, per un totale di 16 specie di rapaci. 81 invece le specie “non rapaci” ricoverate e 21 specie di vertebrati tra cui molti pipistrelli, tartarughe, ricci e istrici.