Buongiorno, ho conosciuto Luciana Marinangeli molti anni fa e conservo i suoi libri, sono davvero perle di saggezza.
Come lei amo infinitamente gli alberi, abito in piccolo centro del milanese, percorrendo un viale alberato di alberi di alto fusto risalenti intorno agli anni 30, ho visto conficcati nei loro tronchi dei chiodi infilati in un quadratino di carta bianca e sotto di essi un contrassegno di vernice. Allarmata ed indignata dei chiodi ne ho tolto uno con non poche difficoltà, mi sono recata nell'ufficio ecologia del mio comune chiedendo spiegazioni, se loro sapessero di quella situazione. Mi hanno detto che gli alberi sono sotto osservazione, che un agronomo è stato incaricato di valutarne l'integrità dato che in una frazione una pianta di alto fusto si è abbattuta su di un'automobile. Con tono sarcastico l'impiegata mi ha risposto: cosa vuoi che siano dei chiodi conficcati se molto probabilmente saranno tagliati.
Vi chiedo: ma un agronomo che conficca dei chiodi arrugginiti in un tronco di albero è competente? Cosa posso fare io cittadina sensibile affinchè si vigili che il lavoro di consulenza venga eseguito ad opera d'arte. Sono tanti i tronchi segnati, deduco che molti alberi saranno tagliati. Sensibilità locale e da parte dell'amministrazione è scarsa.
Se volgete questa mia richiesta a Luciana Marinangeli ve ne sarei grata, vista la sua plurennale esperienza in queste vicende di villania ne confronti degli alberi.
Cinzia Farella
Lentate Sul Seveso MB
Gentile Signora Cinzia,
intanto complimenti per la sua attenzione e il suo amore agli alberi; ha la fortuna di avere dentro di sè una capacità di amore sovrapersonale inesauribile. E' una distinzione! E fortunata. Questa stessa attenzione e amore diventa dolore quando vediamo cosa fanno alle piante le persone non cattive ma ignoranti, non informate. Abbiamo il dovere di perdonarle, e di insegnare loro quello che non sanno, magari con una frase, una battuta, una parola che offra le informazioni che mancano e tstimoni l'interesse che invece dobbiamo alla natura. All'ufficio ecologia del suo Comune può per esempio spiegare, con la massima calma e sorridendo, e parlando a voce quasi bassa,quasi confidenziale, come a un amico anzi a un parente, anche se abbiamo conosciuto la persona solo da due minuti, che gli alberi non vanno mai lesi in alcun modo , neanche con lo scotch dei cartelli - veda nell'Archivio de "ilrespiro" il "Decalogo degli alberi" e "Alberi e lavori edili" firmato da me come L'Alberata - e che anche un chiodo arrugginito può far ammalare una pianta di cui oltretutto non si sa lo stato interno, perché crea una ferita nella sua parte più vitale, sotto la corteccia, introducendovi batteri e malattie. Precisamente:
- In un albero i vasi che portano la linfa elaborata dalle foglie a tutte le altre parti della pianta si trovano nella fascia esterna e sottile del tronco, il "floema" o "libro". Libro e legno sono divisi da una zona ad anello, il "cambio", che ha la funzione di produrre stagionalmente nuove cellule del legno verso il suo interno e nuove cellule verso l'esterno. Il tronco di un vecchio albero non è un organo morto. Se il midollo con gli anni si riassorbe e crea i tronchi cavi, il loro legno vive perché tra le cellule dei vasi che smettono con il tempo di trasportare linfe e muoiono, ci sono le cellule parenchimatiche o di riempimento, che restano vive molto più a lungo. Anche le antichissime sequoie americane sono cave, e stanno in piedi e hanno le foglie!
Cara Concetta, la sua lettera è arrivata con tempismo perfetto, lei mi ha letto nel pensiero perché la prossima puntata de "Il Paesaggio è uno stato d'animo", lunedì 13, sarà proprio sulla rabbia e tristezza che abitualmente insidia l'amante della natura in questi tempi faticosi, e su cosa farne."