2010: anno internazionale della biodiversità
Per questo motivo l'international union for conservation of nature (lucn) chiede una più forte convenzione sulla diversità biologica per salvaguardare la vita sulla terra, in tutte le sue forme.
Per biodiversità s'intende l'insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni. di specie, habitat ed ecosistemi.
Il ruolo della diversità biologica nella vita umana, nonostante sia continuamente sotto i nostri occhi, è spesso sottovaluto. É grazie alla biodiversità di un paese che risulta possibile avere delle produzioni o delle caratteristiche specifiche. La perdita di specie,sottospecie o varietà comporterebbe infatti una serie di danni:
Ecologico: perchè comporta un degrado della funzionalità degli ecosistemi.
Culturale:perchè si perdono conoscenze e tradizioni umane legate alla biodiversità.
Economico: perchè riduce le risorse genetiche ed il loro potenziale di sfruttamento economico.
L'importanza della biodiversità è data principalmente dal fatto che la vita sulla terra, compresa quella della specie umana, è possibile grazie ai cosiddetti servizi forniti dagli ecosistemi che conservano un certo livello di funzionalità. Questi servizi possono essere raggruppati in: servizi di fornitura,come il cibo, l'acqua, il legno e le fibre; servizi di regolazione, come la stabilizzazione del clima,assesto idrogeologico,barriera alla diffusione di malattie,riciclo dei rifiuti; servizi culturali, come i valori estetici,ricreativi e spirituali; servizi di supporto, come la formazione di suolo, fotosintesi,riciclo dei nutrienti.
La visione moderna del rapporto fra uomo e ambiente è quindi quella che riconosce la diversità biologica come elemento chiave del funzionamento dell'ecosistema terra.
Negli anni dello sviluppo industriale, da un punto di vista filosofico, le politiche di sviluppo erano fortemente “antropocentriche” e consideravano le risorse naturali come un bene praticamente infinito e inesauribile a completa disposizione dell'uomo. Questo periodo storico e le scelte politiche che lo hanno caratterizzato, hanno migliorato la qualità della vita dei paesi occidentali, ma a costo di una distruzione ed un degrado ambientale di cui ora iniziamo a pagare le conseguenze. I movimenti ambientalisti ed animalisti che hanno seguito prendono spunto da teorie filosofiche cosiddette”naturocentriche”, ossia che mettono al centro del proprio interesse la vita degli animali e delle piante.
Il nuovo approccio sviluppato nell'ambito del processo sullo sviluppo sostenibile, tende invece a considerare la popolazione umana come una parte integrante dell'ecosistema, che ha la capacità e la possibilità di influenzarlo in maniera profonda, ma la cui vita dipende dalla presenza di ecosistemi sani e dalla vita stessa esistente sul pianeta.
Di Giada Carta