"Il viaggiatore amante della natura non manchi di visitare il Giappone. Questo antichissimo paese ha un dono speciale per noi che amiamo gli alberi e siamo angosciati di fronte al trattamento che essi subiscono in ogni altra parte di questo mondo impazzito. In Giappone sotto la vernice moderna, tecnologica, americanizzata, ipermaschile, si nasconde un'anima femminile primigenia, sensibile, intensamente in contatto con gli elementi della natura.
"Come gli esseri umani- dice Gian Carlo Calza in "Stile Giappone", Einaudi, Torino 2002 - anche la natura ha un'anima, freme e gioisce con le stagioni, partecipa i propri stati d'animo con l'uomo ma non in senso romantico, quando la natura riflette i sentimenti dell'uomo. Essa ha una sua vitalità e spiritualità e alcuni dei suoi esponenti vengono deificati, al pari di come alcuni personaggi umani vengono mitizzati. E si trovano rocce, piante rivestite degli attributi per sottolineare la presenza del divino in loro". Ogni sasso, ogni pianta, ogni animale, ogni foglia che si stacca oscillando dall'albero è "kamì", divinità.
Un pittore che aveva fortissima la consapevolezza dell'essenza divina presente in ogni cosa e con cui l'uomo deve mantenersi in armonia è stato Hiroshige (1797- 1858), celebrato l'anno scorso a Roma da una bellissima mostra. Animali, fiori, meravigliosi paesaggi: sempre un'immagine di Hiroshige ispira serenità e dolcezza, due doni preziosi. Amore immenso per la natura. Di questo abbiamo bisogno, che siamo anche noi; perché:
" What the world
needs now
is love, sweet love,
that's the only thing
there is just
too little of".
"Ciò di cui il mondo ha bisogno adesso
è amore, dolce amore
questa è l'unica cosa
di cui proprio c'è scarsezza"
Perciò il "Respiro" mette in onda le immagini di Hirioshige: "poichè la vita è un cerchio, mettiamo noi per primi nel cerchio ciò che vorremmo ricevere; tornerà a noi".