L’American Chemical Society, dimostra, in un recente studio, come i cittadini americani, solo limitando lo spreco alimentare, potrebbero risparmiare l’equivalente energetico di circa 350 milioni di barili di petrolio l’anno.
Gli scarti e i rifiuti alimentari sono responsabili di uno spreco di energia pari a quasi 600 miliardi di kilowattora, il 2% dei consumi energetici nazionali degli Usa.
Il cibo contiene energia e ha bisogno di energia per essere prodotto, confezionato e distribuito ma il 27% dei prodotti che dovrebbero finire sulla nostra tavola viene trasformato in scarto e rifiuto.
Non sprecando il cibo – argomenta lo studio - si potrebbe diminuire la produzione di rifiuti e quindi non solo risparmiare energia ma anche limitare il riscaldamento globale dovuto alla produzione di gas serra.
Anche in Italia gli scarti alimentari causano uno spreco di energia di 21 miliardi di kilowattora, corrispondenti al 2% dei consumi annuali. Limitare la produzione di rifiuti alimentari significherebbe, quindi, ridurre le emissioni di anidride carbonica di circa 8 milioni di tonnellate l'anno.
Vi lasciamo con le parole di Antonio Galdo, autore del libro Non sprecare - Einaudi, 2008.
"Lo spreco è la lucida follia del tempo contemporaneo. E’ la protervia dell’uomo opulento che non distingue più tra necessita’ e capriccio, tra essere e apparire. Ma lo spreco è anche il perno di un modello di sviluppo fondato solo su criteri quantitativi: piu’ produzione, piu’ consumi, piu’ benessere”.