L'Italia è uno di paesi più ricchi d'acqua al mondo, ci sono fiumi, torrenti, laghi e ghiacciai, falde sotterranee immense che gettano fuori zampilli di acqua cristallina. Questo paese è stato anche il primo in cui si costruirono acquedotti monumentali che dai monti portavano l’acqua nelle piazze delle città.
Da anni l’acqua arriva nelle case dei cittadini la sua qualità è ottima, i suoi controlli costanti ed il suo prezzo, data la grande disponibilità, piuttosto modesto. Per non parlare poi che l'acqua del rubinetto non produce nessun tipo di rifiuto ed è, per così dire, a chilometro zero, mentre per quella in bottiglia si calcola che per la sola produzione siano necessari 350mila tonnellate di pet (polietilene tereftalato) all’anno, il che significa 665 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di gas serra di circa 910 mila tonnellate di Co2 equivalente. Senza contare la fase del trasporto, che in più dell’80 per cento dei casi avviene su gomma, e dello smaltimento, che vede la raccolta differenziata delle bottiglie attestarsi attorno ad un terzo del totale, mentre i restanti due terzi finiscono negli inceneritori. Dopo tutto ciò, stenterete a crederci, ma questo paese è il più grande consumatore mondiale di acqua in bottiglia.
Quest’acqua viene prelevata alla sorgente da imprese private che, nonostante si stiano appropriando di un bene pubblico – le acque sotterranee sono demaniali – non pagano canoni di imbottigliamento, o ne pagano di irrisori. Dopodiché rivendono a prezzi altissimi ai cittadini quella stessa acqua che apparterrebbe loro di diritto.
Il motivo di questo consumo smisurato è la pubblicità, si tratta di un mercato che ruota attorno ad un bisogno indotto, nel quale la domanda deve sempre essere tenuta alta attraverso una opera pubblicitaria incessante e martellante.
La pubblicità, purtroppo, fa leva sulla sfera più istintiva e irrazionale della mente umana, dunque è difficile da contrastare con un ragionamento razionale.
http://www.promiseland.it/2010/10/15/acqua-in-bottiglia-no-grazie/