Un team di studiosi della James Cook University di Cairns, in Australia, guidati da William Laurance, sostiene che l'eccessivo sfruttamento del legname in Papua Nuova Guinea potrebbe portare alla scomparsa totale delle foreste in un paio di decenni.
in un articolo pubblicato su Nature emerge che, tra aziende regolarmente autorizzate al taglio e altre gestite dalla corruzione, la maggior parte delle foreste sono sfruttate in modo eccessivo, così il tasso di disboscamento è decisamente insostenibile.
In Papua Nuova Guinea vi sono alcune delle foreste biologicamente e culturalmente più ricche del mondo, "ma stanno scomparendo sotto i nostri occhi", spiega Laurance. Il legname viene in gran parte tagliato dalle società malesi e poi esportato come tronchi grezzi in Cina, prima di essere esportato in tutto il mondo sotto forma di mobili lavorati: "Invece di spedire il legno grezzo in Cina si dovrebbero costruire i mobili direttamente in Papua Nuova Guinea, ed esportarli - spiega Rod Keenan della University of Melbourne -. Questo creerà più occupazione, formazione e valore aggiunto per il Paese".
Il problema del taglio delle foreste primarie è una piaga mondiale, di cui si parla spesso ma, a quanto sembra, agendo ancora poco per una reale tutela.
Si distruggono alberi di centinaia di anni, antiche foreste che garantiscono anche la nostra sopravvivenza e quella dell'intero pianeta, per le logiche di mercato, mentre invece tutti questi ecosistemi dovrebbero essere dichiarati come patrimonio inviolabile mondiale.
E' necessario proporre la green economy e attuare azioni a livello politico, culturale ma anche di controllo, prevedendo un sistema sanzionatorio molto rigido. Bisogna fare in modo da garantire seriamente la protezione integrale non solo di queste foreste agendo fortemente anche a livello locale.
Fonte: (Apcom)