“Nel breve spazio della mia lunga vita l’Italia e' cambiata in una maniera spaventosa.
E' tutta una lotta contro il tempo, bisogna riuscire a diventare civili
prima che il disastro sia completo.
Bisogna vedere se arriviamo ancora in tempo a salvare questo paesaggio.
Per me in gran parte l’abbiamo già distrutto.”
Giorgio Bocca in “Langhe Doc”
Langhe Doc - Storie di eretici nell'Italia dei capannoni
52' - hdv
In uscita a gennaio 2011
per info www.langhedoc.it
SINOSSI
Maria Teresa, che pensava che nella vita avrebbe fatto tutt’altro, ha rilevato l’azienda vitivinicola del padre e oggi produce eccellenti vini Barolo e Nebbiolo con lo stesso testardo rispetto per la tradizione; Silvio era piastrellista, ha mollato un lavoro redditizio per andare a fare formaggi tradizionali in un paesino sperduto, con la sua famiglia e cinquanta pecore; Mauro era magazziniere in un grande supermercato, è stato licenziato, ha deciso di mettersi in proprio e di produrre e vendere pasta artigianale fatta a mano.
Tre personaggi, tre storie in bilico tra “normale” ed “estremo” per raccontare un unico territorio, le Langhe, universalmente riconosciute come uno dei luoghi più belli d’Italia.
Qui la coesistenza tra uomo e ambiente ha raggiunto i suoi massimi livelli: da una terra apparentemente aspra, arcigna, l’uomo ha saputo ricavare eccellenze enogastronomiche; le colline appaiono come disegnate nella perfezione geometrica delle vigne, il paesaggio modellato attrae frotte di turisti e di recente è stato candidato a diventare “Patrimonio dell’Umanità Unesco”.
Ciononostante, le Langhe non sono rimaste immuni dai processi di trasformazione economica e paesaggistica. L’urbanizzazione, la cementificazione, il progressivo abbandono delle aree e dei mestieri meno redditizi rischiano di trasformare gran parte del loro territorio nell’ennesimo tassello di quella che in ”Langhe Doc“ Giorgio Bocca definisce “l’Italia dei capannoni”.
Quelle di Maria Teresa, Silvio e Mauro sono storie di chi ha intravisto un futuro che non gli piaceva e lo ha rifiutato. Piccole sfide in cui tuttavia è possibile intravedere una dimensione ben più ampia; sfide ancora aperte, non ancora del tutto vinte e che forse non lo saranno mai:loro si muovono in una direzione, il monto in un’altra, del tutto opposta.