Il vertice ambientale di Nagoya si è chiuso fra gli entusiasmi: speriamo che quello appena proclamato come uno storico accordo sia il reale punto di partenza per un'azione concreta e tempestiva.
I 18mila partecipanti alla decima Conferenza delle Parti promossa dall'Onu sulla tutela di biodiversità e ecosistemi, delegati di 193 paesi, hanno concordato tre punti fondamentali. Il primo, è l'adozione di un piano strategico da portare a termine entro il 2020, fra i cui obiettivi rientra la protezione del 17% delle superfici terrestri e del 20% degli oceani. Poi, una strategia di mobilitazione delle risorse che dia il via a una serie di aiuti pubblici in favore dell biodiversità. Infine, l'accesso alla condivisione dei vantaggi derivanti dall'uso appropriato delle risorse genetiche del pianeta.
E' sotto ottimi auspici dunque, benché le posizioni siano ancora di massima, che il vertice giapponese si è concluso, anche se ora la parola passa a Cancun, dove ci si riunirà per discutere l'assetto post-Kyoto sui fondamentali accordi riguardanti il clima e le emissioni inquinanti.