Il 1 novembre 2010 è stata ufficialmente aperta la piu' grande riserva marittima del mondo, situata nelle acque territoriali britanniche dell’arcipelago Chagos, nell’Oceano Indiano.
La riserva del Chagos copre un’area di 544.000 chilometri quadri, circa due volte l’Inghilterra. Le sue acque ospitano specie in estinzione come la tartaruga embricata, ma anche la tartaruga verde, i delfini ed una delle barriere coralline più vaste del mondo, un habitat per più di 1200 specie tra coralli e pesci.
Purtroppo questo nuovo santuario, designato come zona “no-take”, ovvero zona di riserva integrale, dove è vietata la pesca commerciale, mette in risalto la grave mancanza della comunità internazionale di raggiungere l’obiettivo imposto quasi un decennio fa per proteggere la vita marina.
Nel 2002, infatti, il Convegno per la Diversità Biologica (CBD) e il Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile, presero l’impegno di proteggere il 10% degli oceani mondiali entro il 2012.
Adesso che mancano circa 15 mesi alla scadenza, è stato stimato che solo l’1,17 percento degli oceani sia sotto qualche forma di protezione, mentre solo lo 0,08% sia classificato come zona “no-take”.
Il 30 ottobre scorso, i rappresentanti governativi ad una conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, tenutasi a Nagoya, in Giappone, sono riusciti a spostare il termine dal 2012 al 2020. Mentre gli esperti marini dichiarano che è scandaloso non arrivare agli obiettivi prefissati, anzi che il target del 10% sia poco per risolvere i problemi che abbiamo oggi.
Per dare la possibilità alle specie di sopravvivere bisognerebbe proteggere almeno un terzo degli oceani.