Nella Roma in questi giorni vistosamente e chiassosamente gonfiata dal mercato prenatalizio c'è un gruppo di matti che invece gira per la città non per comprare, ma per dare: dare la prima colazione, coperte e un piatto caldo ai senza casa che abitano la città. Sono dei volontari laici, rigorosamente laici, un gruppo creato 16 anni fa a Firenze dall'attore e regista Carlo Coccheri, e poi presente in molte città italiane. Autosovvenzionati, sono divisi in due gruppi: uno , guidato da Filippo, sassofonista, distribuisce la prima colazione, a Trastevere, in piazza Sonnino, sotto il monumento di Giuseppe Gioacchino Belli, il martedì e il giovedì dalle 9 alle 10, quando piove dentro l'atrio della Casa delle Culture nell'adiacente via di San Crisogono; l'altro gruppo, guidato da Caterina, un'energicisssima donna medico friulana , parte il venerdì sera alle 18.30 da piazza Venezia, davanti alle Assicurazioni Generali, e va a portare coperte e un pasto caldo ai tanti clochards che si nascondono soprattutto nelle strade secondarie del centro. A Roma non è troppo difficile mangiare , tra mensa della Caritas, Cucina di San Pietro e mercati o bar che non negano qualche resto, ma manca l'ascolto, lo scambio dello sguardo, quei momenti in cui l'emarginato incontra occhi che lo vedono nella sua verità umana, incontra un orecchio che ascolta l'emergenza ma anche l 'essenza di una personalità. I senza casa hanno, abbiamo tutti, bisogno di esistere agli occhi di un altro. Noi non ci vediamo perché siamo chiusi nel vaso della nostra pelle e abbiamo bisogno di specchiarci fuori. (Perciò è così importante , e difficile, l'atto segreto, furtivo perché così intimo e così rischioso- dovessimo accorgerci di essere diversi da come vogliamo essere- di specchiarci nelle vetrine per strada - a casa si fa più facilmente perché non ci sono testimoni ed è un momento in cui a prevalere è la volontà di modellare il nostro aspetto).
Così a piazza Sonnino, sotto lo sguardo del "poeta de Roma" che ne ha viste tante, alle 9 del mattino il martedì e il giovedì per avere la colazione - importantissima perché nessuno ci ha pensato ed è invece il primo pasto dopo una notte e forse un giorno di digiuno, il primo ma spesso unico pasto nella giornata sempre incerta che si apre-, e perciò i volontari offrono loro caffé, latte, cornetti, pane e marmellata, pane e olio- che equivale a un pasto completo-, cinque mandorle- che equivale come valore proteico a una bistecca-, biscotti, olive, ceci seccati e salati, frutta- si accostano persone di ogni genere, anche quelle che mai penseresti in difficoltà: assieme all'ex badante straniera che ha perso casa e lavoro alla morte della sua padrona ed è vestita di cose rimediate, trovi ragazzi di ogni parte d'Italia senza lavoro e senza guida, trovi la ragazza di 23 anni fuggita da una situazione familiare di violenza e a rischio di cadere in un'altra pericolosa, trovi uomini chiusi in sè, dignitosi, silenziosi, civilissimi nell'avvicinarsi e nel ricevere il bicchiere di caffè, trovi il ragazzo magrissimo che viene vicino ma non mangia mai, e ti viene chissà perché di chiamarlo Andrea e ti risponde : "Andrea è mio figlio", e scopri che ha un bimbo di 5 anni, lontano , trovi un giovane uomo dal viso tanto intelligente quanto scavato e ti chiedi quanti giorni di cibo al minimo sta facendo: è un metalmeccanico specializzato che ha perso adesso il lavoro e lo cerca assiduamente e ti dice che lui ama il suo lavoro, che il lavoro manuale è bello perché è creativo, c'è una parte di te- che viso bello che ha nel dirlo. C'è il giovanissimo vestito da dark povero, finte pelliccette nere e pendagli di metallo rimediati: chiede tanto tanto zucchero nel suo caffè. Ci sono i ragazzi pakistani e afgani scappati dall'inferno, nobili di dignità antica sotto i loro giubbotti e jeans strappati.
Ogni tanto vedi le mani dei volontari che si alzano sulle teste offrendo sapone, rasoi usa e getta, fazzoletti di carta, berretti di lana, keway, qualche coperta pile, tutte le cose preziose per chi vive per strada.
Perché vi ho raccontato questo, carissimi del Respiro? Non solo perché so che chi ama la natura , gli animali e le piante, ha una corda in più nel suo cuore, una corda che sicuramente vibra anche di fronte alla sofferenza che cammina accanto a noi per le strade; l'ho raccontato perché so che in un senza casa, in uno straniero in patria, in un emarginato, vive una fiamma preziosissima:, che è la stessa degli esseri della natura, animali e piante: quella dell'occasione di libertà implicita nelle situazioni precarie, anche in quelle non volute, imposte dall'esterno, come quella dell'operaio che ha perso il suo lavoro. E anche in quell'uomo che ci appare solamente un disadattato, un nevrotico, uno psicotico, c'è un principio magnifico: come diceva Ernst Bernhard, il grande psicoanalista che ha portato il pensiero di Jung in Italia: "Più un uomo è nevrotico, più è un uomo la cui qualità interiore è migliore perché non si è adattato alle convenzioni", e: "Tutto quello che tu pensi sia stato sbagliato o colpevole nella tua vita, sono invece i suoi aspetti positivi".
Per chi voglia unirsi ai volontari della prima colazione, anche solo conoscerli, l'appuntamento a Roma è il martedì e il giovedì alle 9 in punto sotto la statua del Belli a piazza Sonnino in Trastevere. Per chi preferisce il gruppo serale del centro, l'appuntamento è il venerdì alle 18.30 . Per avere gli indirizzi nelle altre città si può telefonare ancora questa settimana al fondatore, l'attore Paolo Coccheri: 338-7433014 .
di Luciana Marinangeli