Forse tutti conoscete la bellissima poesia di Catullo sulla morte del passero della sua amata. Ma è così toccante che vorrei farvela rileggere.
Piangete. Amori e Brame dell'amore,
e quanto è gentilezza sulla terra:
morto è il passero della mia ragazza,
morto lo svago della mia ragazza,
quello che amava più della sua vista:
delizioso era e la riconosceva
come una bimba conosce sua madre
né mai s'allontanava dal suo grembo,
vi saltellava sopra in lungo in largo
e pigolava ma solo per lei.
Ora scende il cammino delle tenebre
da cui, si dice, non tornò nessuno.
O buio maledetto della morte
che inghiotti tutto ciò che è gentilezza!
Che passero gentile mi hai rapito.
Oh che disgrazia! o sventurato passero!
Per causa tua la mia ragazza piange
e i begli occhi si gonfiano e s'arrossano.
Catullo, "I canti", introduzione e note di Alfonso Traina, trad. di Enzo Mandruzzato, Milano, BUR, 1982