Pensando ai poveri uccellini chiusi in gabbia, tanto più umano ci appare il comportamento degli antichi, che li tenevano liberi di scorrazzare.
Passero, svago della mia ragazza -
gioca con te, ti tiene sempre in grembo
e quando hai fame ti dà l'unghia e tu
mordicchi provocato - quando lei,
qusta mia nostalgia della luce,
cerca il gioco - perché? - un ristoro
da una sua pena (è la mia fede) pace
da un fuoco greve - potessi
giocare insieme a te così, placare
questa torbida angoscia del mio cuore.
Catullo, "I canti", introduzione e note di Alfonso Traina, traduzione di Enzo Madruzzato, Milano, BUR, 1982.