In data 21 gennaio 2011 IHP ha inviato all’On.le Francesca Martini, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute la seguente lettera di richiesta di conferma:
Onorevole Sottosegretario Martini,
ci preme innanzitutto esprimerLe le più vive congratulazioni per i traguardi di civiltà raggiunti attraverso il Suo operato di Governo nel campo del benessere animale ed in particolare per i contenuti della recente Ordinanza sull’Anemia infettiva equina -AIE- che, per la prima volta nel nostro Paese, coniuga le esigenze etologiche degli equidi positivi all’AIE con le necessità di controllo epidemiologico.
Desideriamo poi sottoporre alla Sua cortese attenzione quanto segue:
• l’OIE, al capitolo 2.05.06 del manuale operativo sull’AIE, indica il test AGID – cosiddetto test di Coggins – come test ufficiale di riferimento per la diagnosi dell’Anemia Infettiva Equina;
• il D.P.R. 11 febbraio 1994, 243 pone il test di Coggins come unico atto a determinare la positività all’AIE negli scambi con paesi terzi;
• il Regolamento CE 1774 del 2002 stabilisce anch’esso che il test di riferimento per la determinazione dell’AIE nei soggetti da cui è stato ottenuto del siero equino è unicamente il test di Coggins;
• le O.M. relative alla sorveglianza dell’Anemia Infettiva Equina – O.M. 14 novembre 2006, O.M. 18 dicembre 2007 nonché l’ Ordinanza 8 agosto 2010 attualmente in vigore – fanno esclusivo riferimento, per quanto concerne le metodologie diagnostiche, al test di Coggins richiamando il D.M. 4 dicembre 1976 “Profilassi dell’anemia infettiva degli equini”;
• il D.M. 10 ottobre 1994 “Norme per lo scambio intercomunitario e per l’importazione dai Paesi terzi di equidi vivi” nonché il D.M. 7 marzo 1992 relativo alla profilassi dell’anemia infettiva degli equini nella ristrutturazione regionalizzata degli istituti zooprofilattici sperimentali, ribadiscono che il test ufficiale per la determinazione della positività all’AIE è il test di Coggins (o prova di immunodiffusione in Gel di Agar).
• Infine anche la determinazione della Regione Lazio n. 5702 dell’11 ottobre 2010 “Procedure regionali per l’attuazione dell’Ordinanza Ministeriale 8 agosto 2010 concernente il piano nazionale per l’anemia infettiva degli equidi” indica che “La diagnosi di AIE in Italia si basa attualmente su metodi sierologici. I metodi di screening previsti per la diagnosi sierologica di AIE sono l’immunodiffusione in gel di agar (AGID) e l’enzymelinked immunosorbent assay (ELISA) come indicato dall’OIE (Manuale OIE)” (…) La positività all’ELISA deve essere confermata mediante un test di immunodiffusione in gel di agar in grado di rilevare la presenza di anticorpi diretti contro la proteina del capside p26. Questo test, noto anche come Test di Coggins, parzialmente modificato dall’OIE (Manuale OIE) è il test per la conferma ufficiale di positivi”
Pare dunque evidente che il test ufficiale per la diagnosi dell’Anemia Infettiva Equina sia il test di Coggins (o AGID, Agar Gel Immunodiffusion); questo è infatti indicato e usato come test ufficiale a livello internazionale; anche nei casi in cui vengano utilizzate altre metodiche (ELISA, PCR, IMMUNOBLOT), esse devono essere confermate dal test ufficiale (Coggins). Questo perché il Coggins è estremamente specifico e non da falsi positivi come invece succede per le altre metodiche.
Tuttavia, siamo a richiederLe una ulteriore sollecita conferma di quanto sopra al fine di evitare eventuali confusioni.
Ci permettiamo inoltre di sottoporre alla Sua attenzione che gli altri Paesi europei effettuano i prelievi per l’AIE solo su cavalli che partecipano a competizioni o concentrazioni mentre l’Italia è l’unica Nazione che effettua controlli a tappeto su tutti gli equidi, eccetto quelli destinati esclusivamente al consumo alimentare; questo richiede un grosso impegno economico e organizzativo ai proprietari italiani di equidi e soprattutto impone uno sforzo organizzativo ed economico notevole alla Sanità pubblica impegnata già su molti fronti.
Secondo i dati forniti dall’IZSLT sembra infatti che nel 2009 le ASL italiane abbiano controllato più di 237.000 equidi; 338 siano risultati positivi e destinati quindi all’isolamento o alla macellazione. Per una malattia dove la trasmissione non avviene così facilmente, (dimostrato dal fatto che, nonostante nel periodo compreso tra il 1995 e il 2006 non venissero eseguiti i controlli obbligatori, la prevalenza di AIE sul territorio nazionale si è rilevata comunque molto bassa) effettuare ogni anno più di 200.000 test appare uno sforzo organizzativo ed economico notevole, che forse sarebbe opportuno ridurre controllando, come negli altri Paesi, i soli cavalli partecipanti ad eventi di una certa consistenza ed investendo risorse economiche ed umane nella ricerca al fine di approfondire meglio gli aspetti più importanti che caratterizzano l’AIE.
A fronte dell’immenso sforzo economico e organizzativo richiesto per il controllo dell’AIE su tutti gli equidi, quelli destinati unicamente alla filiera alimentare NON vengono inclusi, sebbene spesso vivano nelle immediate vicinanze o addirittura nella stessa proprietà o entrino in contatto con altri soggetti che non sono destinati alla produzione di carne. Così come non sono soggetti a controllo gli equidi provenienti da altre Nazione dell’Unione Europea a qualsiasi fine temporaneamente in Italia (v. nota DGSA indirizzata a FISE del 2 marzo 2007) o quelli importati per la macellazione.
Nel ringraziare, ed in attesa di un Suo cortese riscontro in merito, porgiamo distinti saluti,
Antonio Nardi-Dei da Filicaja Dotti
Presidente