In questa regione, proprio nel centro di Lauria superiore c’è un PIOPPO NERO nella piazza che si chiama ancora “piazza dell’olmo”, probabilmente perché un tempo c’era quel tipo di albero. La gente, così, spesso crede che quel pioppo sia un olmo, mentre le foglie triangolari non lasciano dubbi. E’ molto alto come tutti quelli della sua famiglia che, bevendo molta acqua, crescono in fretta. La circonferenza del tronco di circa 6 metri, che per una quercia lenta nel crescere vorrebbe dire avere almeno 400 anni, mentre per un pioppo significa al massimo un secolo e mezzo. Le condizioni in cui ogni albero vive e le sue predisposizioni influiscono fortemente sul risultato.
Il pioppo non è molto apprezzato da chi pensa agli alberi solo come profitto in legname, perché con lui non si possono fare oggetti di pregio né per solidità né per bellezza, di solito. Finisce spesso in carta o fiammiferi, perché brucia lentamente. Eppure, quando a primavera stanno per aprirsi i germogli, una particolare resina ricca di proprietà curative li impregna al punto da gocciolare. Quando nel passato succedeva sui bordi di uno specchio d’acqua dove la resina affondava, col tempo e le condizioni adatte diventava ambra. Le nuove foglie a primavera sono per questo color bronzo e in autunno di un giallo luminoso. Il nero che c’è nel suo nome è una semplificazione per il tono più scuro della corteccia, rispetto al pioppo bianco o a quello grigio.
I pioppi hanno sessi distinti e le femmine portano frutti dei grappoli cotonosi con i piccoli semi negli acini. Basta un soffio di vento per condurli su un terreno lontano dalla madre.
Anna Cassarino www.ascuoladaglialberi.net