Il fatto che esista una relazione diretta tra le emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera (in particolare quelle di CO2 dovute alla combustione di combustibili fossili) ed i cambiamenti climatici è un fatto ormai condiviso dalla comunità scientifica internazionale. In uno scenario tendenziale ottenuto proiettando le attuali emissioni di gas ad effetto serra nei prossimi decenni, l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera è circa pari allo 0,5% annuo con un conseguente aumento della temperatura media del pianeta dell’ordine dei 0,6°C ogni 10 anni.
Le attività di riforestazione e gestione sostenibile delle foreste esistenti permettono di assorbire CO2 dall’atmosfera contribuendo a combattere i cambiamenti climatici. Tali attività sono riconosciute dal Protocollo di Kyoto come essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas clima alteranti sanciti dal Protocollo stesso.
In pratica la CO2 atmosferica “sequestrata” dalla foresta durante la sua fase di crescita (o rinnovo nel caso di gestione sostenibile), è direttamente proporzionale all’aumento della biomassa.
A titolo di esempio, un albero di 30 metri di altezza e con un diametro del fusto di 60 cm immagazzina nella sua biomassa circa 15 tonnellate di CO2. Se questa pianta venisse distrutta (bruciata o, peggio, gettata in discarica) la CO2 verrebbe nuovamente liberata in atmosfera. In termini di cambiamenti climatici questo equivarrebbe a percorrere circa 130.000 km con una FIAT Punto (emissioni di CO2 pari a 118 gr./km).