A Roma si iniziano a fare i conti delle palme colpite dall’epidemia del punteruolo rosso e se i dati della Sicilia sono drammatici : 11.700 palme morte e infettate 30.000 unità, quelli della capitale non sono da meno con una progressione che registra giorno dopo giorno un drammatico aumento. Scomparse tutte le palme ai Villini al Pigneto , senza che (così sembra) nessuno se ne sia accorto, 39 sono morte e state tagliate in via della Musica all’Eur, una via di Roma circondata ai due lati di palme che per la sua bellezza era l’unica che ricordava Beverly Hills , 19 addirittura quelle morte e tagliate a Villa Celimontana. Centinaia colpite sono state già rimosse mentre altre fanno ancora sfoggio della loro macabra chioma secca e adaggiata. Quartieri storici, Testaccio, Centocelle, Montesacro colpiti e affondati usando una terminologia da battaglia navale. Allo spirito di rassegnazione avallato anche dai giornali e dai media sono però arrivate nuove risposte. Intanto la nascita dei Palmiers (al quale sto collaborando attivamente ) un movimento al quale stanno partecipando coloro che pensano che salvare palme secolari che caratterizzano il paesaggio italiano sia esigenza primaria sulla quale investire risorse ed interventi a livello nazionale e governativo (sul quale potete saperne di più al blog http://salviamolepalme.blogspot.com) e che porterà ad una manifestazione per Sabato 10 Aprile per richiedere al Governo italiano lo stato di emergenza nazionale. Un governo che per preservare un bene paesaggistico culturale e ambientale (paradossale è il fatto che da parte del Ministero dei beni culturali su questo argomento da sempre non ci sia mai stato un intervento e la voce palma non rientri in un bene culturale) dovrà assolutamente andare verso i proprietari (la maggior parte delle palme non sono quelle pubbliche ma quelle private ) per modificare l’articolo 11 del Decreto del 9 Novembre 2007 promulgato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che regola in Italia la legislazione dell'attacco del punteruolo rosso alle palme e che dice : 1- le misure obbligatorie derivanti dal decreto sono a cura e spese dei proprietari o conduttori., a qualsiasi titolo, dei luoghi ove sono presenti piante sensibili 2. Le regioni al fine di prevenire gravi danni per l'economia per l'ambiente e per il paesaggio possono stabilire interventi di sostegno connessi all'attuazione del presente provvedimento. Un articolo che sembra stato scritto secondo l’iniquo principio “cornuti e mazziati ” Per quale motivo infatti il proprietario deve essere responsabile di un epidemia che non nasce da una sua (usando un gioco di parole) benché minima responsabilità? Solo perché è proprietario? Se io ad un incrocio passo con il rosso o parcheggio in seconda fila o divieto di sosta sono responsabile e quindi giustamente posso ( e devo) essere multato, ma che colpa ha un proprietario di una palma piantata dai suoi genitori e in vita da più di cinquant'anni che una mattina si sveglia e scopre (perché magari glielo ha detto il vicino più informato) che la sua cara e amata palma è spacciata e per rimuoverla deve spendere 1300 euro? Non sarebbe assurdo e beffardo per dei cittadini che subiscono i danni di una calamità (della quale non sono responsabili) come quella di un terremoto obbligarli a cura e spese dei proprietari e conduttori a rimuovere da soli le macerie ( o con personale specializzato) e poi ricostruirsi la casa? Ah ma qualcuno direbbe quelle sono piante, "che ce ne frega se muoiono ne ripiantiamo delle altre" gli uomini sono altra cosa. Però sempre nello stesso articolo si legge che tale epidemia potrebbe causare gravi danni per l'economia per l'ambiente e per il paesaggio e si delega questa prevenzione alle Regioni. Ecco la prevenzione non è più necessaria perché l'epidemia è sfuggita al controllo e la devastante azione del punteruolo rosso sta trasformando per sempre il nostro paesaggio con gravi ripercussione sull'immagine della nostra nazione del mondo. Non basterebbero forse questi elementi per decretare lo stato di emergenza naturale e far si che il Governo Italiano (non le Regioni sempre più bisognose di risorse economiche) intervenga con stanziamenti di fondi, un responsabile che si occupi di coordinare tutte le forse attualmente in campo a livello locale e con delle azioni che servano a contenere l'attuale irrefrenabile aumento della popolazione dei coleottori nella zone cosiddette sensibili quali : prezzi calmierati degli interventi (di smaltimento e prevenzione) o agevolazioni fiscali per i proprietari per questi interventi? Tutto dipende da che posto nelle priorità degli italiani si trova (e si troverà nei prossimi mesi) l'argomento palme. Se la maggioranza delle persone si farà convincere dall'opinione diffusa dalla maggior parte dei media che tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto e il coleottero e talmente potente che non possiamo fare più niente (e noi, ma anche la maggior parte dei tecnici italiani che hanno avuto a che fare con il punteruolo sanno che non è così) l'epidemia nei prossimi anni diventerà strage, visto che dopo che il coleottero avrà attaccato le Phoenix canariensis si organizzerà per attaccare le altre palme in particolare le Washingtonie e le Chamaerops.