Sono anni che attraverso i libri e il portale www.triora.org mi occupo di Triora, della sua storia, delle tradizioni per pura passione, certo del fatto che il borgo dell’alta Valle Argentina sia un’autentica perla da valorizzare e proteggere.
E’ assodato che Triora ha legato la sua nomea a quella di “paese delle streghe” per il processo del 1587, e grazie a questo, dal dopoguerra in poi, con non poca fatica e con tanto impegno da parte dei suoi abitanti, ha saputo creare un circuito turistico.
Quello che però spesso si dimentica è che Triora è un borgo inserito in un paesaggio di incredibile bellezza al quale è strattamente legata. Ma non solo. Oltre alla nomea di “paese delle streghe” Triora per secoli ha avuto quella di “granaio della Repubblica” (con riferimento alla Repubblica Genovese) per le sue estese e ricche coltivazioni di grano.
Per secoli gli abitanti del luogo hanno lottato contro la natura impervia delle montagne per creare chilometri di terrazzamenti dove poter coltivare il grano all’ombra dei muri a secco, invenzione ligure di straordinaria efficacia.
Oggi a Triora non si coltiva più il grano, ma i terrazzamenti sono rimasti. Tantissimi e la maggior parte abbandonati all’incuria e allo scorrere del tempo. Difficile far fronte al degrado e all’abbandono che avanza, soprattutto quando la manutenzione di questo patrimonio viene accollato totalmente ai singoli proprietari che sono sempre meno e che non riescono a sostenere i costi elevati per mantenere questo tipo di strutture.
Oltre a ciò la coltivazione del grano è scomparsa dal territorio con lo spopolamento delle campagne avvenuto dal primo dopoguerra in poi. E oggi la situazione non è cambiata e pare che all’orizzante non ci sia un cambio di tendenza in questo senso.
Cosa si potrebbe fare? E’ forse un sogno pensare e immaginare che a Triora si possa tornare a coltivare il grano incentivando il ritorno all’agricoltura, soprattutto per dare una prospettiva anche alle giovani generazioni?
Prendo spunto da una realtà per certi versi simile a quella di Triora cioè quella delle Cinque Terre dove, grazie alla creazione del Parco delle Cinque Terre e a fondi europei, si stanno salvando i celebri terrazzamenti coltivati a vite che caratterizzano il territorio di questi luoghi, tra l’altro nominati Patrimonio dell’Unesco.
Tra le varie iniziative avviate in tal senso c’è quella di “adottare” un vigneto che ha permesso notevoli risultati. Riporto qui di seguito alcune notizie a riguardo di questa “cura del paesaggio” promossa alle Cinque Terre tratte dal sito www.osservatoriodelpaesaggio.org:
“Nel corso di mille anni di storia il lavoro di generazioni ha permesso di sostituire il manto boschivo originario che ricopriva i fianchi scoscesi dei monti con la coltivazione della vite in terrazzamenti. Fin dal primo secolo del Basso medioevo è stata la lotta continua fra l’uomo e la natura a modellare il paesaggio e a ricostruirlo ad ogni crollo provocato dal cedimento dei muri a secco sotto le frane causate dalla pioggia. Negli ultimi tempi la presenza dell’uomo si è allentata a discapito della stabilità idrogeologica del territorio alla quale occorre assolutamente porre rimedio.
”Il ruolo del Parco Nazionale delle Cinque Terre e dell’Apt – spiega Lucia Solaro, Responsabile dell’ufficio stampa dell’Azienda di promozione turistica 5 terre golfo dei poeti – è proprio quello di mantenere nel giusto equilibrio il rapporto uomo ambiente che rappresenta la vera essenza dell’essere parco, un rapporto che occorre ricostruire e riproporre nelle tante porzioni di territorio dove esso si è interrotto cercando di ricomporre i cocci di un suggestivo mosaico“. Per questo nel 2000 è stato lanciato un appello e proposto a tutti la possibilità di prendersi cura di un appezzamento di terreno in modo tale da arginare l’effetto disastroso dell’abbandono dei vigneti, che secoli fa hanno trovato posto sulle terrazze faticosamente ricavate dall’uomo sui pendii scoscesi e sostenute da ben 6720 Km di muretti a secco.
Qualsiasi cittadino del mondo che ami le Cinque Terre e voglia contribuire a preservarle dalla disgregazione può quindi richiedere al Parco Nazionale l’attribuzione in conduzione, per un periodo di almeno vent’anni, di un appezzamento di terreno fino a un massimo di 3000 metri quadrati, accorpato, sistemato a terrazze sostenute da muretti a secco, attualmente incolto da destinare a vigneto secondo un piano agrario predisposto dal parco medesimo.”
Premetto che non sono un amministratore, né un tecnico, ma una persona, un cittadino che ha a cuore un paese e la sua storia.
Considerato che recentemente è stato creato il nuovo Parco delle Alpi Liguri, del quale fa parte il comune di Triora, mi chiedo se si potesse applicare lo stesso modello adottato alle Cinque Terre per salvare, preservare e far rivivere i terrazzamenti e di conseguenza l’attività agricola nella zona di Triora.
Mi sono permesso di porre alcune domande riguardanti questa questione a Maria Antonietta Breda docente e ricercatrice esterna del Politecnico di Milano. Nella sua attività si occupa prevalentemente di conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico; in particolare di giardini storici e paesaggio. Collabora attivamente con l’Associazione Speleologia cavità Artificiali Milano (S.C.A.M.) e sarà una delle relatrici al prossimo Congresso sulla Stregoneria e il Paesaggio che si terrà a Triora dal 7 al 9 maggio 2009.
-Essendo stata a Triora di recente, innazitutto vorremmo sapere l’idea e l’impressione che ti ha fatto Triora dal punto di vista del paesaggio.
Dobbiamo fare una distinzione: il borgo conserva piuttosto bene i suoi caratteri paesaggistici, mentre il paesaggio delle aree coltivate a quote medie è quasi completamente scomparso, così come i boschi sono meno curati. La natura si riappropria delle pendici un tempo terrazzate, ma questo è piacevole solo per gli occhi. Il fenomeno dell’abbandono dei terrazzamenti e del rimboschimento non controllato innesca spesso fenomeni di dissesto e degrado anche importante. Oltre ovviamente ad una perdita delle tradizioni agricole e costruttive.
-Ho preso come esempio le iniziative adottate alle Cinque Terre per salvare il patrimonio di terrazzamenti a rischio abbandono. Pensi che una soluzione simile sia adottabile anche a Triora e in che termini?
Auspico che l’amministrazione di Triora sappia fare tesoro dell’esperienza delle Cinque Terre e voglia valorizzare le peculiarità della coltivazione a terrazzamenti in quota nell’entroterra, reintroducendo le varietà delle coltivazioni tradizionali. Per gli aspetti finanziari e di programmazione l’amministrazione locale può farsi utilmente aiutare da enti specificatamente preposti a questo. Penso in particolare ai Gruppi di Azione Locale (GAL) ed in particolare per Triora al GAL SVILUPPO VALLI DEL PONENTE. Questi Enti sono espressione delle forze economiche e amministrative locali specificatamente preposti per attuare le politiche comunitarie in materia di agricoltura In particolare ad attuare il Programma Comunitario Leader+. Questa iniziativa, che è nata a completamento di altre misure comunitarie in materia di agricoltura, si propone di sostenere strategie originali di sviluppo sostenibile, finalizzate a valorizzare il patrimonio naturale e culturale, sviluppare l’occupazione, accrescere l’organizzazione delle comunità locali. Per approfondire questi argomenti rimando ai siti www.galriviera.it e a www.agriligurianet.it. È anche importante coltivare i rapporti con i centri di ricerca delle Università. Penso alla Facoltà di Architettura di Genova e in particolare al Dipartimento di Storia e Progettazione dell’Architettura, del Territorio e del Paesaggio (POLIS) molto attivo sui temi della salvaguardia e della valorizzazione del paesaggio. Non da ultime sono da interpellare le Direzioni Regionali e Provinciali competenti. Certo non è immediato ne facile ottenere finanziamenti. Se si compongono ottimi progetti, usando cuore e cervello, e non ci si chiude nella propria ristretta comunità, si possono efficacemente governare le trasformazioni del proprio territorio e svilupparne l’economia.
-In che modo la Comunità Europea e altri enti possono giungere in aiuto quando le amministrazioni locali danno vita a iniziative simili? Esistono specifici finanziamenti?
Finanziamenti importanti sono stanziati dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC). La PAC si attua con i Programmi di Sviluppo Rurale mediante bandi regionali gestiti in genere dalle Direzioni Agricoltura, da realizzarsi per diversi periodi finanziari, Attualmente sono aperti diversi bandi proposti dal PSR 2007-2013. Da diversi anni i finanziamenti sono rivolti anche ad azioni che hanno una ricaduta positiva sul paesaggio.
In particolare, il piano finanziario del PSR ligure prevede nell’arco dei sette anni un volume complessivo di investimenti pari a 441 milioni di euro. Il contributo pubblico totale ammonta a 276 milioni, di cui 106 a carico dell’Unione europea, 119 del Governo italiano e 51 della Regione. È previsto il finanziamento di circa 30 misure. Ogni misura corrisponde a una determinata categoria di interventi, fra i più importanti figurano: gli investimenti nelle aziende agricole e forestali, l’insediamento dei giovani in agricoltura, l’agro-ambiente, la prevenzione degli incendi forestali, l’agriturismo, lo sviluppo delle micro-imprese nelle zone interne della Liguria, la formazione professionale e la consulenza tecnica per gli agricoltori. Tali misure sono raggruppate in tre assi principali: asse 1 (competitività del settore agricolo e forestale) con 161 milioni di finanziamento pubblico; asse 2 (miglioramento dell’ambiente) con 68 milioni; asse 3 (sviluppo dei territori rurali) con 40 milioni. Circa 7 milioni sono destinati alle spese per la gestione del programma. Il 60% delle risorse del piano sono destinate agli investimenti per le imprese agricole.
Bisogna considerare che Triora ha la possibilità, più di altri comuni, di attingere a finanziamenti europei, perchè il suo territorio è riconosciuto “interamente montano” (classificazione ai sensi della legge 991/1952), “interamente svantaggiato” (classificazione di svantaggio ai sensi della direttiva CEE 268/75) e “particolarmente svantaggiato” (classificazione ai sensi del decreto legislativo 16/4/1997 n. 146).(dati da www.agriligurianet.it).
Ricordo che esistono anche altre possibilità di finanziamento che fanno capo alla politica per la valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio. Le opportunità sono molteplici, si tratta di formarsi adeguatamente e intelligentemente.
-Credi che attraverso le coltivazioni biologiche, e in questo caso del grano o di altri cereali, che oggi vanno di moda e sono sempre più apprezzate sul mercato si possa salvare un paesaggio come quello triorese che altrimenti rischia l’abbandono?
Un uso consapevole e appropriato delle risorse è anche una garanzia di qualità per la tutela del paesaggio. In questo senso credo che le coltivazioni biologiche possano utilmente contribuire a salvare il paesaggio a rischio di abbandono.
Personalmente mi auguro che la nuova amministrazione comunale di Triora, certamente attenta e sensibile alla salvaguardia del territorio, possa dare rapidamente vita a progetti di questo tipo, improntati a una visione ecologica e di difesa del territorio e quindi delle tradizioni.