Contrariamente a quanto comunemente si crede, e talvolta si trova in illustrazioni poco fedeli, in un albero cresciuto indisturbato, con abbondante spazio e terreno a disposizione, le radici si troveranno disposte in un ampio raggio attorno alla pianta e nello strato più superficiale del suolo, quello più fertile e meglio arieggiato.
Le radici hanno infatti la necessità di trovare ossigeno disponibile per potere respirare: ogni cellula vivente deve respirare e l’albero non dispone di meccanismi di trasporto dell’ossigeno verso le cellule che non sono a diretto contatto con l’aria (come le foglie). Per questo motivo il compattamento del terreno elimina gli spazi disponibili per l’aria e provoca asfissia all’apparato radicale dell’albero.
I danni alle radici si ripercuotono sulla chioma (e vicevcersa).
Forti perdite di radici assorbenti riducono drasticamente l’approvvigionamento di acqua e sali minerali per quelle porzioni di chioma più direttamente collegate alle radici danneggiate.
Lo stesso d’altra parte accade alle radici, quando ampie porzioni di chioma vengono perse a causa di rotture o capitozzi; le radici private degli zuccheri e degli amidi prodotti con la fotosintesi, deperiscono e muoiono.
Evitare perciò di riportare terreno, scavare, coprire, impermeabilizzare o compattare il suolo nella zona esplorata dalle radici. Anche l’opportunità di eseguire interventi di fertilizzazione andrà sempre attentamente valutata.