Nel maggio 2009 una incredibile notizia scosse il mondo botanico non solo italiano: l'Acea stava facendo degli scavi per una condotta d'acqua nel punto più prezioso e più sacro di Villa Borghese: la valle dei Platani, che prende il nome da un gruppo di piante del 600, di enormi dimensioni, giganti vegetali che arrestano il respiro al visitatore che giunge al loro cospetto : se non le si è viste non si può immaginare che esistano creature vegetali simili a queste. Un patrimonio collettivo. Esse hanno visto Goethe passeggiare sotto le loro fronde in cerca di bei paesaggi da disegnare. Ma il progetto, varato in barba alle leggi regionali ed europee, prevede scavi proprio vicino alle radici degli stupendi tronchi , condannandoli a morte. La macroscopica enormità scuote i botanici dovunque, suscita lo sdegno e la condanna dell'esperto mondiale di platani. Sordi, i responsabili dell'impresa dell'Acea non vogliono deviare il tracciato: per non doverlo rifare! Per loro risparmiare i soldi di qualche giornata di lavoro è più importante che salvare delle creature di valore inestimabile. Ma il giorno in cui le ruspe si devono rimettere in moto per la loro opera di distruzione , ecco la manifestazione dei cittadini: ci sono tutti, da Italia Nostra a Lega Ambiente, dal Wwf al Comitato per il Verde Urbano, dall'Alberata all'Adea, dal Comitato di viale del Vignola al Comitato Paranzella al Giardino dei Ligustri venuto dall'Abruzzo. I cartelli appesi alle recinzioni gridano: "Goethe amava questi platani!","Un amministratore pubblico di serie A protegge e conserva i beni naturali a lui affidati; un amministratore pubblico di serie B distrugge i beni naturali a lui affidati: sindaco, assessori comunali, di che serie siete?". E ancora:"Noi alberi secolari siamo cattedrali viventi, architravi del bosco, puntelli del firmamento".
E l'attore Norman Mozzato, traduttore di Tarkovsky, declama arrampicato su un tronco poesie di Neruda e di Holderlin. Le ruspe fermano, forse è solo un congelamento; la lotta deve continaure.